«Natale, meno compiti e godetevi la famiglia»

Martedì 11 Dicembre 2018
«Natale, meno compiti e godetevi la famiglia»
IL CASO
ROMA Chiudere i libri, riporli nello zaino e riprenderli solo quando le vacanze saranno terminate, per godersi l'atmosfera natalizia in famiglia. Un sogno irrealizzabile per quasi 8 milioni di studenti italiani? No, visto che a chiederlo non è un alunno qualunque ma il ministro all'istruzione Marco Bussetti che, in pieno stile Lega, fa appello alla scuola per garantire ai ragazzi il tempo per stare in famiglia.
BATTAGLIE E TRADIZIONI
Dopo le battaglie per il crocifisso, il presepe e l'albero di Natale tra i banchi di scuola, ecco che dal ministro arriva la bocciatura dei compiti. Affinché non vadano ad interferire con le festività da trascorrere insieme ai famigliari. Prima l'appello alle scuole, da parte del leader leghista Salvini, per difendere il presepe nelle scuole «perché Gesù non offende nessuno» e poi l'appello da piazza del Popolo proprio da parte del ministro Bussetti che chiedeva «per Natale rimettiamo i crocifissi in classe». Una difesa delle tradizioni natalizie a spada tratta, quindi, che si traduce in questo caso con la libertà da dare ai ragazzi e alle relative famiglie per trascorrere le festività insieme. Lontani dai compiti, quindi.
E così Bussetti, a breve, scriverà direttamente alle scuole tramite una circolare chiedendo ai docenti di non dare compiti ai ragazzi. Per molti, c'è da scommetterci, sarà anche meglio dei regali sotto l'albero. «A breve ha dichiarato ieri il ministro Bussetti, in un incontro con il Garante dell'Infanzia - arriverà una circolare con cui vorrei sensibilizzare il corpo docente e le scuole ad un momento di riposo degli studenti e delle famiglie affinché vengano diminuiti i compiti durante le vacanze natalizie, che gravano sugli impegni delle famiglie e quindi vorrei dare un segnale. Penso a questi giorni di festività e ai ragazzi e alle famiglie che vogliono trascorrerle insieme».
AUTONOMIA DIDATTICA
Si tratta ovviamente di un consiglio, visto che i docenti hanno la libertà e l'autonomia di decidere singolarmente quali e quanti compiti assegnare. Ma la questione non è nuova, anzi, è cara a molti docenti che di certo seguiranno le parole del ministro. Era il 2001, infatti, quando uscì il primo articolo del preside di Genova Maurizio Parodi con cui si chiedeva ai docenti di rinunciare ai compiti a casa, compresi quindi quelli per le vacanze. Da lì nacque un vero e proprio movimento, a cui seguirono un sito, una petizione online da migliaia di firme e poi negli anni i gruppo Facebook Basta compiti e Docenti e dirigenti a compiti zero che vanta ad oggi oltre 800 insegnanti iscritti. Un'idea quindi che si sta lentamente diffondendo a macchia d'olio nelle scuole di tutta Italia: «La scuola senza compiti si può fare, senza aumentare l'orario in classe e senza stravolgere le strutture e l'organizzazione. Basta volerlo ma so già che anche questa volta non cambierà niente. I docenti sembrano essere impermeabili a queste idee. Temo sia una battaglia persa in partenza: già negli anni 64-69 ci furono circolari coraggiose con cui si chiedeva di abolire i compiti ma non hanno sortito alcun effetto».
SPERIMENTAZIONE
Ma i docenti auto-organizzati non sono gli unici a voler provare ad abolire i compiti. Il ministero dell'Istruzione due anni fa ha avviato una sperimentazione per poche classi, divenute poi decine da Nord a Sud, coinvolgendo scuole di Milano, Torino, Trapani, Verbania e Biella: si tratta del metodo Modi, acronimo di Migliorare l'organizzazione didattica e prevede in sostanza le lezioni di mattina, i laboratori nelle ore pomeridiane e poi tutti a casa senza compiti. Con il tempo libero da impiegare come meglio si crede. «Sicuramente ha spiegato il ministro Bussetti - possono dedicarsi alla lettura, fare movimento, seguire i propri hobbies e andare a vedere delle mostre».
Lorena Loiacono
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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