LO SCENARIO
ROMA Mentre a Berlino il nuovo cancelliere Olaf Scholz si prepara

Venerdì 26 Novembre 2021
LO SCENARIO
ROMA Mentre a Berlino il nuovo cancelliere Olaf Scholz si prepara ad accendere il 6 dicembre l'ampelmännchen, l'omino che si agita sulle lanterne semaforiche della città, a Roma Mario Draghi e Emmanuel Macron firmano al Quirinale un trattato che ha l'ambizione di guidare l'Europa del dopo Merkel.
È «un investimento nel comune futuro di Italia e Francia», sostiene Sergio Mattarella dopo aver ricevuto al Quirinale il presidente francese. «Rafforza l'Europa», sostiene Draghi il cui governo ha chiuso l'intesa. La gestazione dell'accordo è stata lunga è complicata. Il tutto ebbe inizio nel 2017 con il governo di Paolo Gentiloni.
LO STRAPPO
Poi una serie di alti e bassi complicati dalla forte tensione maturata nell'era del governo giallo-verde, quando l'allora ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio si recò a Parigi per incontrare i manifestanti francesi dei gilet gialli. Un affronto, per l'Eliseo, al punto che Macron decise il richiamo a Parigi dell'ambasciatore Christian Masset. Poi la trattativa è ripartita con il secondo governo Conte, ma è con l'attuale che ha subito un'accelerazione tale da portare alla conclusione degli accordi che dovranno essere ratificati in Parlamento.
L'intesa viene definita Trattato del Quirinale anche se si tratta di un accordo intergovernativo che, com'è ovvio, sarà firmato da Mario Draghi e dovrà essere ratificato dal Parlamento. La denominazione segnala però il lavoro svolto in questi anni da Sergio Mattarella per tenere il Paese fermamente agganciato all'Europa e all'Alleanza Atlantica.
Il presidente francese, arrivato a Roma nel pomeriggio di ieri, ha incontrato prima al Quirinale il presidente della Repubblica e poco dopo a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio Draghi. Stamattina la firma e le dichiarazioni alla stampa del presidente francese e del premier italiano, prima dell'incontro che Macron avrà in Vaticano con Papa Francesco. Lobiettivo della trentina di pagine è quello di creare meccanismi di dialogo per evitare o contenere possibili incomprensioni o fraintendimenti. Ma la presenza a Roma anche del ministro dell'Economia francese Bruno Le Maire conferisce all'intesa uno spessore che va oltre la più che probabile cooperazione industriale indicata solo per capitoli.
La firma del Trattato coincide con l'uscita di scena, dopo 16 anni, di Angela Merkel mentre il nuovo Cancelliere non si è ancora insediato. Anche se Parigi e Roma negano che l'intesa possa rappresentare una sfida alla Germania, la riforma delle regole europee sul debito segnerà un punto di svolta per l'intera Europa. Molte cose il Trattato intende mettere nel futuro in comune. Ma sulla mole del debito pubblico Italia e Francia hanno già interessi coincidenti. Oltre alla volontà di sviluppare relazioni economiche bilanciate in molti settori, il Trattato sigla soprattutto un patto di reciproca consultazione in politica estera ed europea, politiche di difesa e migratorie, economia, istruzione e cultura. Gli undici capitoli sono accompagnati da un programma di lavoro dettagliato in una trentina di pagine nelle quali si fissano le modalità attraverso le quali i due governi devono lavorare per raggiungere gli obiettivi.
Un vertice bilaterale ogni anno, con tutti i ministri dei due Paesi e la promessa di ricercare una posizione comune non solo in Europa ma anche in tutte le istituzioni internazionali, Onu e Banca Mondiale comprese. Un primo assaggio si è avuto ieri sera a Palazzo Chigi con il bilaterale Draghi-Macron che è stato poi allargato ai ministri al quale hanno preso parte i ministri Luigi Di Maio, Luciana Lamorgese, Guerini, Daniele Franco, Giancarlo Giorgetti, il sottosegretario Vincenzo Amendola e per la parte francese Jean-Yves Le Drian, Bruno Le Maire, Florence Parly, Gerald Darmanin (Interno) e il sottosegretario Clement Beaune.
«È un trattato - ribadisce Mattarella - che unisce due Paesi fondatori dell'Unione europea che condividono l'impegno per la costruzione del grande progetto europeo. Un rapporto più forte tra Italia e Francia contribuisce a costruire un'Unione europea più forte». La firma dell'accordo avviene a ridosso del semestre di guida francese dell'Unione e di fatto contiene anche la scommessa che i due leader, Draghi e Macron, continuino a svolgere un ruolo nei rispettivi Paesi ben oltre il 2022, quando in Francia si terranno le elezioni presidenziali, e il 2023, quando si andrà al voto in Italia.
Marco Conti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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