«Le sorgenti del Piave restano in Veneto»

Domenica 14 Luglio 2019
LO STUDIO
VENEZIA Addio sorgente del Piave. Anzi no, il Piave era e rimane veneto. E questo perché il fiume sacro ha più sorgenti e sono per la maggior parte nel bellunese.
Ad annunciare che, nonostante il passaggio di Sappada al Friuli Venezia Giulia, le sorgenti del Piave sono ancora in territorio veneto è stato ieri il presidente della Regione, Luca Zaia. Il governatore ha riferito l'esito di un tavolo tecnico guidato dal professor Luigi D'Alpaos, che ha stabilito che è solo convenzionale la collocazione della nascita del fiume sacro nel comune di Sappada, dal momento che le sorgenti sono più di una e interessano principalmente la bellunese Val Visdende, che è nel territorio della bellunese San Pietro di Cadore. Nel comune di Sappada esiste comunque il Rifugio Sorgenti del Piave, ai piedi del monte Peralba.
Per Palazzo Balbi, dunque, il Piave resta veneto. «Non posso che rallegrarmene - dice il governatore Zaia - per quello che ha sempre rappresentato il nostro fiume per la nostra regione e tutti i veneti. La commissione presieduta dal professor D'Alpaos, quella che lo ha confermato, l'ho richiesta io più di un anno fa proprio perché ci fosse un giudizio terzo da parte di luminari di riconosciuto valore ed evitare dispute campanilistiche e antistoriche».
I CONFINI
Eppure il passaggio delle sorgenti del Piave - assieme al Comune di Sappada - al Friuli, era dato per inevitabile. «Con il passaggio di Sappada al Friuli Venezia Giulia si era creata un po' di confusione - dice Zaia - e qualcuno paventava che le fonti all'origine del Piave fossero ora fuori dei confini del Veneto. È una preoccupazione comprensibile perché il Piave è il simbolo della nostra terra, proprio perché vi nasce e da essa si getta al mare, attraversandola e senza mai passare per altre regioni. Un simbolo di storia ma anche di lavoro, in poche parole di identità da molti secoli, che si è esteso con gli eventi della Grande Guerra fino a farlo denominare sacro. Non avevo dubbi che le sue sorgenti fossero venete, ora lo certificano tecnici di indiscussa competenza».
LE REAZIONI
«Chi sostiene che il Piave ora nasce in Friuli e non più nel Veneto - sottolinea l'assessore regionale all'Ambiente Gianluca Bottacin, bellunese - dice per convenzione una cosa non sbagliata, ma sostiene un falso storico. La commissione, di cui fa parte anche il professor Vladimiro Achilli, docente di Topografia e Cartografia all'università di Padova, e altri esperti tra cui una storica, sta confermando che dal punto di vista idrologico e idraulico va considerata come sorgente quella del bacino più ampio, che in questo caso è proprio il ramo della Valvisdende».
CAUTELA
Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno, è più cauto: «Sapevo che in Regione Veneto stavano facendo delle verifiche. Stiamo aspettando di capire a cosa hanno portato questi studi e di vedere le carte, perché potrebbero esserci più sorgenti del Piave. Certo che mi farebbe piacere se il nostro fiume sacro restasse veneto, io tra l'altro ho combattuto perché Sappada non andasse in Friuli. Il Piave è un simbolo del Veneto, chiaro che spiacerebbe perderlo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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