LE MISURE
ROMA Governo al lavoro per cercare di rimediare al pasticcio dei seggiolini

Domenica 10 Novembre 2019
LE MISURE
ROMA Governo al lavoro per cercare di rimediare al pasticcio dei seggiolini anti-abbandono. L'obbligo dei nuovi dispositivi per i bambini con meno di quattro anni è scattato giovedì scorso. La norma, pensata per evitare che un genitore possa dimenticarsi in auto in figlio con conseguenze a volte tragiche, ha colto impreparati quasi tutti e scatenato subito grandi polemiche. Anche perché l'incentivo di 30 euro promesso dall'esecutivo non è ancora disponibile (manca un decreto che arriverà nei prossimi giorni). Da qui la corsa a rimediare. È in arrivo infatti una moratoria fino al 6 marzo 2020 per chi non installa nell'automobile il meccanismo anti-abbandono per i bambini fino a 4 anni.
Il Pd ha preparato un emendamento al decreto fiscale collegato alla manovra che fa slittare di 4 mesi le sanzioni per chi non si adegua al nuovo obbligo. Nei giorni scorso il ministro delle Infrastrutture, Paola De Micheli, che ha definito «sacrosanta e di civiltà» la nuova norma, aveva già dato disponibilità a una moratoria. E una iniziativa analoga era stata annunciata nei giorni scorsi anche dai 5 Stelle. La sanzione per chi viaggia con un bimbo in auto senza i nuovi dispositivi va da 81 euro (56,70 se si paga entro cinque giorni) a 326 euro, con la decurtazione di 5 punti dalla patente (si può arrivare anche alla sospensione del permesso di guida da 15 giorni a due mesi se si commettere la stessa infrazione più di una volta nel giro di due anni). I costi dei nuovi dispositivi per le automobili variano da qualche decina a un centinaio di euro e in questi giorni sono andati a ruba, diventando spesso introvabili. Per questo associazioni dei consumatori e organizzazioni che si occupano di famiglia hanno da subito chiesto a gran voce di rinviare la parte della legge che prevede le multe.
LE IMPOSTE
Intanto dal dossier preparato dai tecnici del Parlamento emerge che il disegno di legge di bilancio introduce nel 2020 nuove tasse pari a 6,1 miliardi, pari al 38,7% delle coperture della manovra (escluso l'aumento del deficit). Tra le maggiori entrate, si legge nel documento, «si segnalano in particolare quelle tributarie relative all'introduzione dell'imposta sul consumo dei manufatti in plastica monouso, stimate per circa 1,1 miliardi di euro nell'anno 2020». L'abrogazione della flat tax per i redditi delle persone fisiche oltre i 65.000 euro, che in base a quanto stabilito dal precedente governo gialloverde sarebbe dovuta entrare in vigore nel 2020, porterà invece circa 155 milioni. Il differimento della deducibilità, a fini Ires e Irap vale invece circa 1,3 miliardi.
«Non sarà il festival delle tasse», ha sottolineato però il vice ministro dell'Economia, Antonio Misiani. «Io sto ai numeri - ha spiegato in una intervista a L'Eco di Bergamo l'esponete Pd -. La legge di Bilancio annulla 23 miliardi di aumento dell'Iva e, con la riduzione del cuneo fiscale, taglia 3 miliardi di tasse ai lavoratori che diventeranno 5 dal 2021. In totale sono circa 27 miliardi di riduzioni fiscali a fronte di misure discusse, ma molto contenute nel quadro complessivo della manovra».
Intanto si va verso la conferma della cedolare secca al 21% per gli affitti commerciali, quelli dei negozi della categoria catastale C/1. «Ci stiamo lavorando, credo che si farà», ha detto il presidente della commissione Bilancio del Senato, Daniele Pesco (5 stelle). Già nel corso dell'audizione sulla manovra di Confedilizia, che chiede con forza una conferma della misura, Pesco aveva aperto all'ipotesi, spiegando che si tratta di «una cosa di cui il nostro Paese continua ad avere bisogno».
La possibilità di applicare un'imposta sostitutiva del 21% sul reddito derivante da questo tipo di locazioni, al posto del normale e di solito più oneroso regime Irpef, era stata prevista in via sperimentale nella scorsa legge di Bilancio solo per i nuovi contratti stipulati nel 2019. Un'opzione che ricalca quelle in vigore da tempo per gli affitti abitativi e che aveva l'obiettivo di spingere il settore immobiliare e far emergere il sommerso. Nella manovra inviata alle Camere nei giorni scorsi è stata inserita la proroga della tassazione ridotta al 10 per cento per le locazioni abitative a canone concordato, ma non c'era traccia della norma sui negozi. Da qui la decisione di correggere il tiro inserire una modifica che confermi la tassazione ridotta anche per l'anno prossimo.
Jacopo Orsini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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