Le imprese non pagate: «Fermiamo il Mose» Spitz: pronti 58 milioni

Giovedì 20 Febbraio 2020
LA GRANDE OPERA
VENEZIA Un'altra giornata ad alta tensione per il Mose. In mattinata le imprese confermano la minaccia di fermare i lavori dal primo marzo, in quanto non sono state pagate dal Consorzio Venezia Nuova, ancora in profonda crisi di liquidità. Ma in serata una nota del commissario straordinario, Elisabetta Spitz, assicura che i fondi arriveranno: pare 58 milioni che il Provveditorato alle Opere pubbliche girerà al Consorzio e che questi - precisa la nota - destinerà alle imprese. Pericolo scampato? Lo si capirà nelle prossime ore. Le imprese attendono conferme ufficiali. Di certo, resta il nodo di un'opera per cui ci sono centinaia di milioni stanziati, ma che non sono spendibili: tra le regole della contabilità dello Stato, il peso del passato di corruzione che gli amministratori straordinari del Cvn hanno sanato, ma senza riuscire a rilanciare i cantieri, lo stallo che si è generato... Un nodo che dovrà essere districato se davvero l'opera dovrà entrare in funzione a fine 2021.
L'ULTIMATUM
L'ultimatum delle imprese pendeva già da fine gennaio. Si tratta delle piccole medie imprese che ora siedono nel Comitato consultivo del Cvn. Uscite di scena le grandi imprese della stagione degli scandali, sono proprio le piccole che garantiscono gli ultimi lavori e la stessa gestione delle bocche di porto, necessaria per eseguire le prove di sollevamento delle paratoie in corso. Ebbene, da mesi queste imprese non vengono pagate perché il Cvn non ha soldi in cassa. A gennaio avevano scritto a tutti, compreso il Governo, minacciando di fermarsi a fine febbraio, se non fossero state pagate. Un ultimatum che finora non aveva prodotto effetti.
Ieri, anzi, in una riunione del Comitato consultivo con l'amministratore, Francesco Ossola, e il direttore del Cvn, Nicoletta Doni, ennesima doccia fredda. «Avevamo chiesto che ci fossero anche il provveditore Cinzia Zincone e il commissario Spitz, ma non c'erano - riferisce Devis Rizzo, presidente di Kostruttiva -. E quando abbiamo chiesto se avevano avuto le anticipazioni di cui si è parlato, ci hanno detto di no e di non sapere quando arriveranno. Ci hanno confermato che ci sono ancora 700 milioni stanziati per il Mose! Ma è mai possibile che con una cifra del genere, non ci sia liquidità?». Al momento nelle casse del Cvn, che ha spese fisse per una ventina di milioni all'anno, c'è solo un milione, mentre i debiti si aggirano sui 9e milioni. Ed ecco la scelta delle imprese di scrivere immediatamente a provveditore, commissario, Governo, per confermare il blocco dei lavori.
LA REPLICA
A stretto giro anche la risposta diramata dallo staff del commissario. «In merito alla nota pervenuta dalle imprese impegnate nelle opere conclusive del Mose, nella quale esse hanno annunciato la sospensione dei lavori in mancanza del pagamento di quanto già eseguito, il provveditore, Cinzia Zincone, ha informato il commissario straordinario, Elisabetta Spitz, e tutte le istituzioni destinatarie della nota, di aver firmato il provvedimento che consente di attivare immediatamente fondi già disponibili all'utilizzo diretto da parte del Cvn». Un decreto da 58 milioni pare, ma la nota non lo precisa. Viste le vicissitudini passate, Spitz riferisce invece di un incontro avuto con l'amministratore straordinario del Cvn, Nunziata (l'avvocato dello Stato nominato a fine anno per affiancare Ossola e l'altro avvocato Fiengo), da cui «ha ottenuto precise rassicurazioni sull'impegno a destinare tali risorse alle imprese in attesa di essere pagate e, conseguentemente, a evitare che i lavori vengano interrotti». Potrebbe essere un cambio di strategia. Si vedrà...
Roberta Brunetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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