Lamorgese a Venezia: «Più controlli sul certificato verde»

Sabato 31 Luglio 2021
LA VISITA
VENEZIA Un mini-vertice tra i gabinetti dell'Interno, della Difesa e della Salute per organizzare nel più breve tempo possibile i controlli sui green pass. Si è svolto ieri mattina a Roma, poco prima che il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese partisse per Venezia a partecipare a una riunione del Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico assieme al Capo della polizia Lamberto Giannini e al capo dipartimento per l'Immigrazione, Michele Di Bari. «I controlli ci sono sempre stati ma ora verranno implementati - ha detto il ministro - e l'incontro a livello di gabinetti dei vari ministeri si è tenuto proprio per capire come organizzare controlli più precisi del green pass, specie negli aeroporti. Verranno rafforzati tenendo conto dei diversi casi legati ai Paesi di provenienza, ma anche delle quarantene».
Per quanto riguarda le manifestazioni, numerose negli ultimi giorni, del popolo no-pass o no-vax, Lamorgese ha confermato l'impostazione da seguire. «Il Governo - ha spiegato - non può che essere per le regole e per le manifestazioni autorizzate, anche per gestire piazze che possono creare problemi di ordine pubblico. Ovvio che, diversamente, i manifestanti vengono identificati e denunciati, anche per il rispetto delle regole sanitarie. Anche se non ci sono stati grandi problemi di ordine pubblico e qualche volta la partecipazione è stata minore rispetto a quello che auspicavano gli organizzatori. Noi seguiamo l'evoluzione del fenomeno con la massima professionalità».
Il rispetto delle regole è importante anche per un altro motivo: «Al momento abbiamo numeri bassi sui contagi e le vaccinazioni che vanno avanti - ha aggiunto - per cui vorremmo evitare di ricadere in un momento difficile come è accaduto in altri Paesi. L'obiettivo è lasciare l'Italia in zona bianca per consentire alle imprese di funzionare, alla gente di vivere in modo normale e all'economia di riprendersi». Quanto all'obbligatorietà delle vaccinazioni, i medici in reparto sono gli unici ad averla come regola: «Si sta valutando, ma al momento non si può dire se ci saranno altre categorie».
LE INFILTRAZIONI
Sono stati affrontati poi temi più strettamente di competenza del Viminale, come l'attenzione alle possibili infiltrazioni mafiose sul territorio veneto, che sono tangibili come hanno dimostrato le inchieste sui Casalesi. «Emerge la preoccupazione dei territori per il controllo dei fondi arrivati sia per i ristori che quelli che arriveranno per il Pnrr - ha aggiunto - Ci sarà molta attenzione perché le mafie si adattano molto facilmente. Sono di seconda terza generazione, inserite negli ambienti anche imprenditoriali, parlano le lingue, hanno studiato, si insinuano nell'economia legale e si mimetizzano facilmente».
Sull'emersione di un presunto episodio di caporalato emerso dall'inchiesta della Procura di Padova, Lamorgese ha commentato: «Certo che è un fenomeno che abbiamo sempre considerato in alcune parti del territorio (Puglia e Calabria) dove abbiamo stipulato protocolli con regioni e associazioni: Certamente il territorio veneto verrà attenzionato e anche qui potremo pensare di fare un protocollo con la Regione in modo da mettere in piedi una squadra per evitare che questi odiosi episodi abbiano da estendersi in territori che prima erano esenti». Una chiosa, infine sulla riforma Cartabia della Giustizia: «Credo sia un buon testo. Se ne parlava da anni ed è importantissimo che siamo arrivati ad una sintesi che è all'attenzione del Parlamento».
Michele Fullin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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