LA PAURA
CORTINA (BELLUNO) Un botto e poi il fuoco. In fiamme ieri intorno alle

Lunedì 1 Luglio 2019
LA PAURA CORTINA (BELLUNO) Un botto e poi il fuoco. In fiamme ieri intorno alle
LA PAURA
CORTINA (BELLUNO) Un botto e poi il fuoco. In fiamme ieri intorno alle 14 il bosco sopra il rifugio Ospitale, in località Sote i Zuoghe, a nord di Cortina. Chi era in zona racconta di un forte boato, sentito anche a molta distanza: poco dopo si sono alzate le fiamme, ben visibili dalla sottostante statale di Alemagna. Questione di minuti e sul posto sono arrivate le guardie del Parco delle Dolomiti d'Ampezzo, i vigili del fuoco, le Regole d'Ampezzo. La prima ricognizione aerea, a seguito di segnalazioni di persone che dal Col Rosà avevano sentito il forte boato e poi visto alzarsi il fumo, è stata fatta dall'elicottero di Pieve di Cadore. Confermato l'allarme, sono arrivati l'elicottero dei vigili del fuoco e, poco dopo, quello della Protezione civile e a seguire anche quello dei Servizi forestali regionali. Le operazioni di spegnimento sono andate avanti per ore e ieri in serata erano ancora in corso. Interessati 4-5mila metri quadrati di bosco, dietro il rifugio Ospitale circa 5 chilometri prima del passo di Cimabanche. Gli scoppi uditi, secondo i vigili del fuoco, sono probabilmente dovuti alla presenza di ordigni bellici ancora presenti in zona. Non è stata però accertata, al momento, l'origine delle fiamme in un bosco che risente anche del caldo di questi giorni. Sul posto anche i carabinieri di Vigo di Cadore.
I SOCCORSI
I velivoli hanno cominciato subito a caricare l'acqua a pochissima distanza dalla zona dell'incendio: dal lago Negro. Le manovre, proprio per la vicinanza della riserva d'acqua, si succedevano a ritmi molto sostenuti: per renderle ancora più veloci è stata realizzata sul greto del torrente sotto la statale una vasca dalla quale i mezzi hanno continuato a caricare. In azione solo con gli elicotteri, le squadre antincendio a terra non si sono avvicinate per il pericolo di esplosioni.
IL PERICOLO
Quella è stata zona di guerra, la Grande Guerra, dove si sono spesso trovati reperti, il rischio è sempre presente. «Stiamo intervenendo con tutti i mezzi regionali necessari, con i volontari antincendi boschivi di Auronzo, con i tecnici dei Servizi Forestali e della Protezione Civile e i Vigili del Fuoco. È una situazione delicata, perché le fiamme sono in un'area dove si trovano reperti bellici», ha precisato durante l'intervento l'assessore regionale alla Protezione Civile Gianpaolo Bottacin: «Operiamo solo con l'elicottero perché due reperti sono già esplosi e non possiamo escludere la possibilità che la cosa si ripeta».
La zona è stata interdetta, quanto alle cause bisognerà attendere. C'è chi ipotizza un fulmine ma solo quando si potrà salire in quota si potrà capire.
IL CALDO
Dopo una settimana di caldo torrido anche in montagna il bosco secco è stato facile preda delle fiamme. Si tratta di zona molto impervia, non frequentata da escursionisti, popolata invece dai camosci; c'è un vecchio sentiero, detto dei minatori tedeschi ma in disuso da anni tanto che a tratti non è più visibile.
Il vicesindaco di Cortina, Luigi Alverà, è salito sul luogo in cui si sono attestati i soccorsi per verificare personalmente le operazioni: «Grazie alla prontezza della macchina operativa regionale, si è potuto contenere le fiamme: un plauso e un ringraziamento va a quanti si sono prodigati».
Giuditta Bolzonello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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