L'INCIDENTE
CAORLE L'aereo da lontano sembra integro: adagiato sulla pancia in

domenica 4 novembre 2018
L'INCIDENTE CAORLE L'aereo da lontano sembra integro: adagiato sulla pancia in
L'INCIDENTE
CAORLE L'aereo da lontano sembra integro: adagiato sulla pancia in mezzo a un campo seminato a frumento, a pochi chilometri dalla spiaggia di Porto Santa Margherita, nella campagna di Caorle. Solo un sibilo, la gente delle case coloniche attorno non ha sentito nemmeno il rumore dell'impatto al suolo. I due occupanti sono deceduti sul colpo: l'ingegner Roberto Vescovo, 65 anni, docente universitario a Trieste, residente a Latisana (Udine), proprietario del Siai Marchetti SF 260 e l'architetto Franco Mura, padovano da una decina di anni trasferitosi nel veneziano a Campagna Lupia, classe 1948, istruttore di volo.
Ad avvertire per primi i soccorsi sono stati alcuni residenti: sul posto i mezzi del Suem e dei Vigili del fuoco. Ma come detto non c'era più nulla da fare se non lasciare spazio ai rilievi condotti dai carabinieri di Portogruaro coordinati dalla Procura di Pordenone che ha aperto un fascicolo. Da quanto si è potuto ricostruire nell'immediato il pilota ha tentato un disperato atterraggio di emergenza ma l'impatto con il terreno è stato troppo violento.
L'IPOTESI
Il velivolo è stato posto sotto sequestro mentre le salme sono state trasferite nell'obitorio dell'ospedale di Portogruaro in attesa dell'autopsia. L'ipotesi più probabile è quella dell'avaria meccanica, forse un guasto alla pompa di alimentazione del carburante. Ma sono solo congetture. Sarà la perizia che verrà disposta dal magistrato a chiarire le cause del disastro, anche perché non si può contare su una eventuale scatola nera.
Il tragico incidente ieri poco prima delle 14 in via Strada Tezzon, nelle vicinanze dell'Elicaorle, l'avio superficie da dove i due erano decollati verso le 11.45 approfittando della splendida giornata: sole e calma di vento, condizioni meteo ottime, a dispetto di una settimana flagellata dal maltempo con numerosi allagamenti anche in zona. A salutarli alcuni soci del club, Bruno Zanzi di Caorle ed Enrico Borella di San Donà. «Li ho seguiti su flight radar racconta quest'ultimo ancora incredulo - prima hanno sorvolato il Lido di Venezia, poi hanno puntato su Treviso, quindi Bassano e Thiene, li attendevamo per pranzo».
È stato Zanzi a vederli arrivare convinto che atterrassero poi invece ha visto che andavano oltre: «Chissà, ho pensato, vorranno fare un altro giro, poi ho sentito un rumore che per chi ha l'orecchio allenato è come un tuffo al cuore. Mi si è gelato il sangue nelle vene. Ho subito chiamato Vescovo al cellulare e quando non mi ha risposto ho preso l'auto e ho visto il loro aereo a terra in mezzo al campo. Entrambi erano amici cari, piloti esperti, persone affidabili e coscienziose».
I COMANDI
Fra gli aspetti da chiarire chi fosse in quel momento ai comandi perché il Siai Marchetti ha la doppia cloche e ognuno degli occupanti, seduti uno a fianco dell'altro, poteva quindi condurre il velivolo. «Il Siai Marchetti spiega Borella è un aereo serio ex Alpi Eagles, ex Breitling, tutt'ora in uso all'aeronautica militare. Qui abbiamo anche l'officina e la manutenzione dei mezzi è costante». Quello del professor Vescovo ha stampato ancora il numero 3 perché faceva parte della pattuglia acrobatica, la stessa che si esibisce all'Air Show di Jesolo, la manifestazione acrobatica che ogni anno attira migliaia di persone sul litorale della località veneta. Vescovo lascia la moglie e quattro figli. Anche Mura era sposato e aveva due figlie. Tutti e due appassionati di aerei non appena potevano si recavano a Caorle per dare sfogo alla loro voglia di volare. L'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo ha annunciato di aver aperto un'inchiesta e di aver inviato un investigatore sul luogo dell'evento.
Monica Andolfatto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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