L'ALLARME
BELLUNO Corde metalliche coperte dalla neve, canalini insidiosi su

Domenica 20 Giugno 2021
L'ALLARME
BELLUNO Corde metalliche coperte dalla neve, canalini insidiosi su cui scivolare. La montagna invita più che mai. Anche gli appassionati di vie ferrate. Ma le abbondanti precipitazioni dei primi mesi dell'anno hanno lasciato il segno. E non nasconde la sua preoccupazione il capodelegazione del Soccorso alpino per le Dolomiti bellunesi, Alex Barattin: «Sono da evitare le ferrate sopra i 1500-1800 metri nei versanti nord-nord-ovest, comunque dove non c'è stato irraggiamento. In alcuni tratti le vie ferrate hanno la corda che scompare perché nascosta dalla neve». Può accadere che in partenza tutto sia a posto e che ci si trovi bloccati a metà. «Se si incontra neve bisogna tornare sui propri passi». In questo inizio stagione, insomma, sono da sconsigliare per impraticabilità molte vie ferrate. Tre esempi: la Stella Alpina sull'Agner, la Alleghesi sulla Civetta, la Sci club 18 sulle Crepe di Faloria. Se non si hanno le competenze tecniche meglio puntare sull'escursione. Dove, comunque, va tenuta alta l'attenzione visto che la neve abbondante ha coinvolto anche la sentieristica. «L'attraversamento di canaloni può mostrarsi pericolosissimo se non vi sono tracce, anche se sono solamente tre i metri di neve da superare». Se si scivola, infatti, si rischia di non fermarsi più. E uno scivolone banale può trasformarsi in incidente serio: «Perché sottolinea il capo delegazione bellunese - visto che la neve ora è granulosa, ha una abrasività da carta vetrata». Ecco che, anche per una escursione su sentieri in quota, il Soccorso alpino invita a mettere nello zaino l'attrezzatura che fornisce sicurezza, dalla piccozza ai ramponi da alpinismo. «Non i ramponcini - precisa Barattin - quelli vanno bene sulle strade silvo pastorali, non per fare presa sui canalini ghiacciati». Altra questione da non sottovalutare: sui sentieri secondari, anche a bassa quota, ci sono schianti recenti dovuti al carico di neve, e anche alcuni rimasti dalla tempesta Vaia: «Abbandonare la traccia del sentiero crea spesso disorientamento».
Daniela De Donà
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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