In ospedale da 20 giorni era stata seguita da 3 reparti, poi ieri l'improvviso crollo

Mercoledì 26 Febbraio 2020
IL CASO
TREVISO Il Coronavirus è arrivato anche nella Marca. E il primo contagio ha coinciso con il primo decesso, registrato ieri pomeriggio alle 18.10 al Ca' Foncello di Treviso dove una donna di 76 anni, Luciana Mangiò, residente a Paese, era ricoverata da circa tre settimane. La pensionata, affetta da un grave scompenso cardiaco e malata di Alzheimer, al momento dell'accesso in ospedale non presentava sintomi influenzali. Ieri mattina, a seguito dell'aggravamento delle sue condizioni, è stata sottoposta al tampone per il Covid19, risultato positivo.
IL CONTAGIO
Come e dove possa aver contratto l'infezione virale è il grande punto di domanda sul quale si stanno concentrando i vertici dell'Usl e della Regione. La 76enne, gravemente malata, abitava da sola a Paese e la sua rete di contatti era molto limitata. Due vicini di casa e la badante che accudiva la pensionata sono stati subito individuati e sottoposti al tampone salivale per chiarire se siano stati o meno contagiati. Si trovano attualmente isolati nei rispettivi domicili. Dovessero risultare negativi, si profilerebbe l'ipotesi che la donna possa aver contratto il virus in ospedale. Tre i reparti che hanno preso in carico la pensionata: il Pronto Soccorso, la Geriatria dov'era stata sottoposta alle terapie e la Rianimazione centrale, dov'era stata trasferita ieri pomeriggio, prima del decesso. «All'ospedale di Treviso sono in corso le azioni di sorveglianza sul personale entrato in contatto con la paziente e di riorganizzazione interna - ha specificato in una nota l'Usl 2 -, seguendo le linee guida previste». Non si esclude che nelle prossime ore vengano sottoposti al test del Coronavirus sia il personale ospedaliero venuto in contatto con la donna, sia gli altri pazienti dei reparti in cui è stata seguita dallo scorso 7 febbraio a ieri, quando il cuore della pensionata ha smesso per sempre di battere.
IL RICOVERO
Il primo accesso all'ospedale risale alle 6 del mattino del 7 febbraio scorso. Luciana Mangiò, trasportata in Pronto Soccorso dal 118, presentava una dispnea ingravescente con grave scompenso cardiaco. Nessuna linea di febbre, nessun sintomo influenzale. Era stata trattata con una cura farmacologica che si era rivelata ben presto efficace: le sue condizioni erano migliorate ed era stata così trasferita nel reparto di Geriatria per la degenza. Mercoledì scorso, 19 febbraio, il quadro clinico della 76enne è però peggiorato: è cominciata a salirle la febbre ed era peggiorata anche la situazione polmonare. Ieri l'ulteriore aggravarsi delle condizioni della donna ha costretto i medici del Ca' Foncello, dopo averla sottoposta al tampone per Covid19, risultato poi positivo, al trasferimento in Rianimazione Centrale, dove è sopraggiunto il decesso. Per ora a Paese, comune in cui risiedeva la donna, non è stato preso alcun provvedimento. «La signora non usciva di casa e aveva avuto contatti solo con la badante e due vicini - spiega il sindaco Katia Uberti -, che si stanno sottoponendo ai controlli. Mi affido alla task force dell'Usl: al momento non è stato necessario adottare alcun provvedimento di isolamento di nessuna area né, tanto meno, di tutto il Comune. Andiamo avanti mantenendo la calma e senza farci prendere dal panico».
Alberto Beltrame
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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