«Il sistema immunitario reagisce con più energia»

Giovedì 14 Febbraio 2019
«Il sistema immunitario reagisce con più energia»
«La speranza è che questo vaccino consenta ai pazienti vaccinati di controllare l'infezione da Hiv per tutta la vita senza bisogno di farmaci». A parlare è Giovanni Maga, direttore del laboratorio di Virologia Molecolare presso l'Istituto di Genetica Molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche di Pavia.
Professore, in che modo questo vaccino può aiutare a contrastare l'Hiv?
«Si tratta di un vaccino terapeutico che è in grado di stimolare il sistema immunitario della persona già infetta a reagire con più forza, potenziando e, in prospettiva, eventualmente rimpiazzando, la terapia farmacologica».
Non funziona quindi come il vaccino contro l'influenza o il morbillo?
«No. E' diverso dal vaccino preventivo. Non è un preparato che, somministrato ad un soggetto sano, impedisce l'infezione da parte dell'agente patogeno virale o batterico. Quello sviluppato dai ricercatori italiani si somministra alle persone già infette e si spera rappresenti un nuovo strumento efficace per la lotta all'Aids».
Quando potremmo pensare di utilizzarlo su tutti i malati di Hiv?
«La strada non è sicuramente breve. Al momento i ricercatori hanno dimostrato che il vaccino Tat, basato sulla proteina che l'Hiv utilizza per promuovere la sua replicazione nelle cellule infette, è in grado di ridurre il virus latente, di mantenere gli anticorpi anti-Tat e di aumentare le cellule che il virus dell'Hiv distrugge causando l'Aids. Il prossimo passo sarà quello di verificare se la vaccinazione da sola è in grado di bloccare la replicazione del virus, una volta che la terapia farmacologica viene interrotta».

Val. Arc.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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