IL RITO SOLENNE
dal nostro inviato
TRIESTE Due nuvole, due soltanto, in un

Giovedì 17 Ottobre 2019
IL RITO SOLENNE dal nostro inviato TRIESTE Due nuvole, due soltanto, in un
IL RITO SOLENNE
dal nostro inviato
TRIESTE Due nuvole, due soltanto, in un cielo azzurro che è un regalo, in questi giorni d'autunno. Due soltanto, isolate ma vicine, come a voler rappresentare le due anime di Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, i due poliziotti uccisi il 4 ottobre in Questura a Trieste che ieri la città e l'Italia hanno salutato per l'ultima volta. Una città liberata in tempo dalla pioggia ha pianto, applaudito, circondato d'amore due famiglie distrutte e uno Stato ancora stordito da un duplice omicidio che resterà, più di altri. E la voce del questore di Trieste, Giuseppe Petronzi, che si è spezzata naturalmente, come accade a un padre più che al capo di un distaccamento territoriale della polizia di Stato: «Saluto la volante due alla sua ultima uscita». Una frase ingoiata, sciolta in un pianto che dall'altare della chiesa di Sant'Antonio in piazza si è fatto prima incontrollabile, poi confortato da uno scroscio di applausi. Il questore, la massima autorità, non ha retto il peso delle sue stesse parole. È diventato padre, amico, fratello. Tra i banchi della chiesa di Ponterosso, le due bare di Matteo e Pierluigi: le foto di due bei ragazzi, giovani e fieri. Il questore le ha accarezzate. Le mamme dei due poliziotti le hanno abbracciate, le fidanzate le hanno guardate per un'ora intera, senza parlare. Lo spazio per un pianto, un sorriso accennato dalla compagna di Pierluigi Rotta che voleva dire non è vero, non può esserlo. Valentina Saponaro, la fidanzata triestina di Matteo Demenego, strozzata dalle lacrime composte che sono state anche quelle di una città ferita ormai da due settimane. I due poliziotti uccisi - ancora non si sa perché - dal dominicano Alejandro Augusti Stephan Meran, sono stati salutati così, in una giornata di dolore e orgoglio, di rabbia e rispetto.
IL CORTEO
I due feretri sono partiti alle 11 del mattino dalla Questura, dove martedì era stata allestita la camera ardente. È mancata la visita del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, impegnato nel consiglio dei ministri legato alla legge di bilancio. Al contrario, migliaia di triestini hanno fatto la fila per salutare - prima dei funerali solenni - i due poliziotti. All'uscita, tra due ali di folla che applaudiva senza soluzione di continuità, il picchetto d'onore della forze dell'ordine ha scortato il corteo sino alla chiesa di Ponterosso, dove centinaia di persone attendevano l'arrivo dei feretri già da ore. Le famiglie dei due poliziotti avevano già preso posto. Le due bare, avvolte entrambe nelle bandiere italiane, hanno attraversato la navata centrale della chiesa poco dopo le 11.30. Un lungo applauso, interrotto solo dai riposo delle forze armate.
L'OMELIA
«Trieste vi offre il suo ultimo e affettuoso saluto - ha detto l'arcivescovo di Trieste, Giampaolo Crepaldi - mentre resta fisso nella memoria di tutti il 4 ottobre, festa di san Francesco, Patrono d'Italia, quando una follia omicida, spropositata e crudele, ha privato le vostre giovani vite di un futuro pieno di propositi e progetti. Dopo quel tragico pomeriggio, la città di Trieste, unita e composta in maniera esemplare, ha allargato le sue braccia, stringendovi in un abbraccio corale, forte e commosso. Un abbraccio che si è allargato ai vostri genitori e familiari, colpiti dal desolante vuoto della vostra scomparsa. Per un caso fortuito, un giorno della settimana scorsa, di primo mattino, ho incontrato i genitori di Matteo e quelli di Pierluigi. Ci siamo abbracciati e, mentre confidavo che, come vescovo, mi ero particolarmente dedicato a pregare per loro, ho estratto dalla tasca la corona del rosario e l'ho donata alle mamme. Mi hanno detto: Noi abbiamo tanta fede. Questa singolare confessione mi ha molto colpito ed è stata per me come una testimonianza, che mi ha fatto capire che il buio tenebroso della vostra morte che aveva avvolto tutti e tutto era stato squarciato dalla luce, pur tenue e tenera, di una stella. Cari Matteo e Pierluigi, anche dopo questo addio, per Trieste voi resterete i luminosi figli delle stelle».
LE ISTITUZIONI
In prima fila i vertici della politica nazionale. Il presidente della Camera Roberto Fico, il ministro degli Interni Luciana Lamorgese e quello dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli. Poi il capo della polizia, Franco Gabrielli, e il vicepresidente del Senato Ignazio La Russa. «Le parole del questore - ha detto Lamorgese - sono state pronunciate col cuore. Saremo sempre vicini alle famiglie per due morti assurde». «La risposta della città è stata eccezionale», ha aggiunto Fico. «La polizia - ha chiuso il questore - viaggia alla velocità della vita del Paese. Questa corsa talora si scontra con la dura realtà e si ferma». Ai funerali doveva esserci anche il leader della Lega Matteo Salvini, il quale però ha accusato un malore appena atterrato all'aeroporto di Ronchi dei Legionari (Go). Una colica l'ha costretto a un breve controllo all'ospedale di Monfalcone e a saltare la partecipazione alle esequie.
Marco Agrusti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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