IL COLPO
TREVISO Il coltello puntato addosso, anche alla gola, da tre rapinatori

Mercoledì 11 Agosto 2021
IL COLPO TREVISO Il coltello puntato addosso, anche alla gola, da tre rapinatori
IL COLPO
TREVISO Il coltello puntato addosso, anche alla gola, da tre rapinatori incappucciati che si sono introdotti come ninja in camera da letto. E i risparmi messi da parte per la vecchiaia - 4mila euro in contanti nascosti in armadi e cassetti - che si volatilizzano in pochi istanti, consegnati agli aguzzini, obbedendo agli ordini impartiti in modo perentorio: «Vogliamo i soldi, dateceli e ce ne andiamo». Attimi di puro terrore per Giuseppe Dal Bello e la moglie Dina, 81 anni. La coppia è stata vittima di una rapina lampo messa a segno nella notte tra lunedì e martedì a Caselle di Altivole, in provincia di Treviso. Il paese conta poco meno di 7mila abitanti e più di qualche furto, ultimamente. Ma mai i predoni si erano spinti a tanto.
BLITZ IN CAMERA
La banda è entrata in azione verso mezzanotte meno un quarto, puntando l'abitazione di via Piave. Tre uomini incappucciati, in abiti scuri e guanti, entrano dalla finestra sul retro, al primo piano, quella che i coniugi lasciano aperta per far circolare un po' d'aria in queste calde notti d'estate. Giuseppe e Dina, insieme da una vita, stanno per coricarsi. Davanti a loro si materializzano le tre figure a volto coperto. Due di loro impugnano coltelli. Come nei peggiori incubi. I due anziani non hanno il tempo di urlare né di rendersi conto di quello che sta succedendo. Le minacce dei rapinatori riempiono la stanza. «Dateci i soldi». I malviventi non si sarebbero limitati ad agitare le lame nell'aria ma le avrebbero puntate anche alla gola dei due anziani, per rendere più convincente la loro richiesta. Anzi, i loro ordini. Alla coppia non resta che obbedire senza fiatare. «Non urlate», raccomandano i rapinatori. Anche il cane ha smesso di abbaiare, forse messo fuori gioco da un boccone soporifero.
«DATECI I SOLDI»
Appena entrati, i ladri mettono a soqquadro la casa: rovistano dentro armadi e cassetti alla ricerca di contanti e gioielli. Trovano un po' di banconote ma non basta. Ne vogliono di più. Per questo minacciano gli anziani coniugi, che non hanno alternative: consegnano i soldi che tengono nascosti ma a portata di mano in caso di necessità. In tutto 4mila euro: un bottino che la banda si infila in tasca per poi dileguarsi nelle tenebre. Mentre loro scappano a piedi, Giuseppe e Dina afferrano il telefono e nonostante lo choc riescono a mantenere la lucidità necessaria per avvertire i carabinieri. I militari di Castelfranco Veneto hanno raggiungono l'abitazione nel giro di pochi minuti, trovando gli anziani scossi ma fortunatamente illesi. Raccolgono la loro testimonianza e ascoltano anche i vicini, che però non hanno sentito nulla di particolare. Soltanto il breve e insistente abbaiare del cane e poi le sirene dei carabinieri. In mezzo il silenzio: ed è proprio in quell'assenza di rumori che si è consumata la rapina.
CACCIA
Nei giorni precedenti gli anziani non avevano notato movimenti sospetti e purtroppo la zona è sprovvista di telecamere di videosorveglianza. Ma i militari amplieranno il raggio di ricerche ad altre sentinelle elettroniche che potrebbero aver immortalato auto o persone sospette. Le indagini sono serrate: è caccia ai tre uomini. Non è da escludere che il trio abbia parcheggiato l'auto nella vicina zona commerciale dove ci sono locali, rivenditori e un distributore, e che poi abbiano raggiunto a piedi l'abitazione, scavalcato il cancello principale alto circa un metro, e poi raggiunto la finestra da dove sono entrati. Per intrufolarsi in casa avrebbero utilizzato un bancale, facendo poi una scala umana. Dentro uno e poi gli altri, uno alla volta.
SOTTO CHOC
«Mamma e papà sono molto scossi», dice Gianluca, uno dei due figli, entrambi accorsi nella casa dei genitori dopo l'accaduto. Lui e il fratello vivono a circa un chilometro di distanza e quando i genitori li hanno chiamati non hanno esitato: sono saliti in macchina e sono andati da loro. «Passiamo spesso a casa dei nostri genitori e anche poco prima del fatto eravamo lì spiega Gianluca . Io sono rimasto lì con loro fino alle 20, mio fratello per un'ora in più circa. Poi siamo tornati a casa nostra come sempre». La paura di lasciarli soli ora è più forte del solito anche se i Dal Bello sono abituati a vivere in due, autonomi e autosufficienti: «Sono profondamente sconvolti», aggiunge il figlio. Uno choc per tutto il paese.
Maria Elena Pattaro
Lucia Russo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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