IL CASO
PADOVA Stordita, ipnotizzata, abusata. Il tutto dentro il suo negozio,

Mercoledì 8 Dicembre 2021
IL CASO
PADOVA Stordita, ipnotizzata, abusata. Il tutto dentro il suo negozio, in pieno giorno, per opera di uno sconosciuto che si è finto un rappresentante di commercio e che ora è in carcere con l'accusa di violenza sessuale aggravata. L'episodio si è consumato il 30 novembre in una rivendita nella Bassa Padovana, dove in quel momento si trovava solo la titolare, una donna di trent'anni.
LA MESSINSCENA
A metà mattina si è presentato un uomo, un pakistano di 45 anni. Ben vestito e curato, ha estratto dallo zaino alcune sciarpe dicendo di essere un rappresentante e di volerle mostrare alla ragazza per eventualmente concludere un affare. A quel punto è scattata la messinscena. L'uomo ha disposto la merce sul banco, ma ha anche messo in piedi un curioso rituale. Ha estratto una sorta di filamento, simile a un lungo stoppino, che ha poi incendiato generando un rivolo di fumo che ha fatto respirare alla trentenne. Poi ha estratto una boccetta e le ha fatto annusare il contenuto. Non solo: mentre la vittima veniva intontita, ha cominciato a praticarle delle digitopressioni su mani e tempie.
MOLESTIE PER UN'ORA
Rendendosi conto che lei era ormai in sua balia, è passato a palpeggiarla in tutto il corpo, l'ha avvinghiata, le ha calato la mascherina e l'ha baciata sulla bocca ripetutamente. Una lunga scia di molestie andate avanti per quasi un'ora, a cui solo l'ingresso di una cliente ha messo fine. Quest'ultima però si è limitata ad aprire la porta e salutare la titolare, senza fare in tempo ad accorgersi di quel che stava accadendo. Il pakistano a quel punto ha rimesso in tutta fretta la mascherina e, facendo alla vittima il cenno di stare zitta portandosi il dito alla bocca, si è allontanato.
L'INDAGINE
La trentenne, rimasta sola, non ricordava nulla. Si sentiva stranita, ma solo quando il giorno dopo ha parlato al telefono con un amico è emerso l'accaduto. Lui l'ha sentita confusa e lei gli ha detto che quella sensazione era cominciata dopo la visita di quello sconosciuto rappresentante di sciarpe. L'amico amico allora l'ha invitata ad approfondire: lei ha guardato i filmati delle telecamere interne del negozio ed ecco apparire l'orrore, immortalato in ogni dettaglio, inclusi gli strani gesti del molestatore, simili a invocazioni religiose e mistiche.
Il 2 dicembre la donna è quindi corsa a sporgere denuncia dai carabinieri. Non solo ha fornito loro la descrizione del pakistano, ma anche il suo numero di cellulare, che il 45enne aveva salvato nel suo telefonino durante gli abusi. A quel punto il molestatore ha avuto un nome: Adil Muhammad. Quando i militari hanno mostrato alla donna alcune foto segnaletiche, lei lo ha immediatamente riconosciuto e sono scattate le ricerche.
L'INCONTRO
Quel che è stato però decisivo è quanto è successo fuori dalla caserma. Rincasando, la donna ha incontrato casualmente proprio il pakistano, che poco dopo le ha telefonato. Lei ha raggiunto una pattuglia dei carabinieri in strada e un militare ha intimato allo straniero di presentarsi subito in negozio. Muhammad a quel punto è scappato, ma è stato catturato alla fermata dell'autobus e arrestato. Stava cercando di tornare a Padova, dove alloggia in un hotel non avendo una fissa dimora. La stanza è stata perquisita e vi sono state trovate le sciarpe e altri oggetti, su cui sono in corso perizie tecniche per capire quali sostanze abbia usato per stordire la vittima. Lui, dal canto suo, si è limitato a definirsi molto affettuoso, ma le prove registrate dalle telecamere lo hanno inchiodato alle sue responsabilità.
«Il timore è che possa aver agito così altre volte ha spiegato il capitano Carmelo Recupero, comandante della compagnia dei carabinieri di Abano Terme competente sulla zona. Le vittime non ricordano nulla, in questo caso a testimoniare tutto sono state le telecamere. Ma in quei giorni il 45enne ha tentato di approcciare nello stesso modo almeno altre due donne della Bassa Padovana, senza riuscire ad abusarne. Inoltre prima di arrivare a Padova ha vissuto in Sicilia e a Milano. Per questo è importante che, anche solo in caso di dubbio, eventuali altre donne che lo abbiano incontrato si facciano avanti».
L'arresto di Muhammad, che non aveva precedenti specifici, è stato convalidato dal Gip del tribunale di Padova e l'uomo è in carcere a Verona.
Serena De Salvador
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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