Giacomo, speranze finite impiccato a un albero a poca distanza dall'auto

Sabato 25 Settembre 2021
IL GIALLO
BORGO VALBELLUNA Le speranze sono finite. È stato ritrovato nella mattinata di ieri il corpo senza vita di Giacomo Sartori, il ventinovenne di Borgo Valbelluna (Belluno) scomparso venerdì sera a Milano dopo che gli era stato sottratto lo zaino. Un ritrovamento che, al momento, è circondato dal mistero. Gli investigatori che stanno indagando non escludono nulla, anche se sembra preponderante l'ipotesi di un gesto autolesivo del giovane. Ma è proprio per fare chiarezza sulla morte del ragazzo che è stata disposta l'autopsia.
IL RITROVAMENTO
Le ricerche del giovane sono iniziate mercoledì dopo che il proprietario di una cascina a Casorate Primo, nel Pavese, ha segnalato alle forze dell'ordine la presenza di un'auto nella sua proprietà. Quella era la Volkswagen Polo aziendale in uso a Giacomo Sartori, sparito la sera di venerdì 17 settembre da Milano. Dentro il ticket di un mancato pagamento del pedaggio autostradale al casello di Binasco, stampato alle 2.20 di notte. È quindi immediatamente partito il piano per la ricerca delle persone scomparse, con un dispiegamento di persone, tra forze dell'ordine, vigili del fuoco e protezione civile. In supporto, i cani molecolari ed i droni. Ieri, intorno alle 10.30, la tragica scoperta. Il corpo di Giacomo era appeso a una grande quercia, dai rami molto fitti. Privo di vita. Era a 100 metri dal punto in cui era parcheggiata l'auto: era stata battuta la zona nel raggio di un chilometro attorno, ma il corpo era nascosto dalle fronde. Indosso gli stessi abiti che Giacomo aveva al momento della scomparsa. «Le indagini si stanno svolgendo in modo serrato per accertare la dinamica dei fatti ma anche la motivazione che ha portato il ragazzo a venire qui per compiere il gesto che ha compiuto - ha sottolineato il maggiore dei Carabinieri Ilaria Campeggio del comando provinciale di Milano -. Dagli elementi in nostro possesso pensiamo si tratti di un gesto autolesionistico anche se attendiamo di avere l'esito degli accertamenti disposti per escludere altre ipotesi».
LA RICOSTRUZIONE
Giacomo, venerdì sera, si trova in un locale a Porta Venezia nel cuore di Milano con degli amici. Nel corso della serata gli viene sottratto lo zaino con al suo interno il portafoglio, documenti, le chiavi di casa, il computer aziendale e quello personale. Sono le 23.30 circa e Giacomo lascia il locale, da solo. Sale a bordo della Polo grigia aziendale, gira per la città di Milano e dopo tre ore prende l'autostrada Milano-Genova. Percorre le strade di Motta Visconti, come emerso dalle riprese di alcune telecamere. Poi parcheggia la macchina in una cascina di Casorate Primo (Pavia). Una volta posteggiata la vettura, Giacomo avrebbe recuperato nel casolare dei cavi elettrici e una catena che avrebbe poi utilizzato per compiere il gesto estremo. Al momento non sono state trovate tracce della presenza di terze persone.
Una ricostruzione che però lascia ancora tanti dubbi. In primis il luogo. Perché il ragazzo avrebbe scelto proprio questo posto, in cui, secondo i famigliari e gli amici non era mai stato? Aveva forse tentato di recuperare il suo computer attraverso un App di geolocalizzazione che aveva installato imbattendosi in qualcuno? Un altro interrogativo riguarda quella sera. Da quando Giacomo lascia la vineria a Porta Venezia a quando prende l'autostrada passano tre ore: cosa ha fatto nel frattempo? E poi. Quando arriva a Motta Visconti vaga per le vie del paese, come confermato da alcune telecamere. Stava cercando qualcosa? E infine la telefonata al fratello. Giacomo cerca di contattare il fratello Tommaso tramite una chiamata su WhatsApp: cosa gli voleva dire? Era una richiesta di aiuto? Insomma, tante sono ancora le cose da chiarire in questo giallo. Dopo i rilievi effettuati sulla zona del ritrovamento del corpo, gli inquirenti hanno disposto una serie di accertamenti: l'autopsia, analisi sul cellulare, rinvenuto ai piedi del ragazzo e suol cavo elettrico e la catena che era ai piedi del ragazzo.
IL CORDOGLIO
In lutto la comunità di Borgo Valbelluna (Belluno), paese di origine di Giacomo, in cui papà Stefano è uno stimato veterinario. «Purtroppo è arrivata la straziante notizia del tragico epilogo del nostro Giacomo», ha dichiarato il primo cittadino Stefano Cesa. Le condoglianze alla famiglia sono giunte anche dall'associazione bellunesi nel mondo.
Eleonora Scarton
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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