Ègià scontro sui 5 miliardi usati per il cuneo M5S e Iv pensano di dirottarli, muro del Pd

Sabato 18 Gennaio 2020
IL RETROSCENA
ROM A prima vista sono tutti d'accordo. Il taglio del cuneo fiscale è popolare e serve a saldare un asse con i sindacati, alleanza utilissima per qualunque governo. Soprattutto per un esecutivo fragile, come quello rosso-giallo. E c'è intesa anche sul proposito di riformare l'Irpef, traguardo del prossimo anno con una legge delega da incardinare in aprile, come ha annunciato il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri e celebra il premier Giuseppe Conte per «favorire di lavoratori, famiglie e pensionati». Come al solito, però, il problema sono le risorse. Decisamente scarse. Così 5Stelle e Italia Viva già puntano l'artiglieria per provare a strappare al Pd il gruzzoletto di 5 miliardi stanziati per dare, nel 2021, un'ulteriore sforbiciata al cuneo fiscale.
Così, se il taglio delle tasse è in qualche modo l'anima e il core business del governo per cercare di rastrellare consensi e provare a raggiungere il traguardo del 2023 dribblando i rischi di crisi, i soci di maggioranza già si dividono su come finanziare la riforma dell'Irpef.
I 5Stelle, con la viceministra Laura Castelli, hanno chiesto e ottenuto di inserire il taglio del cuneo «nella più generale riforma dell'Irpef». Chiaro il proposito: deviare, appunto, sulla rimodulazione delle aliquote i 5 miliardi strappati dal Pd in dicembre durante la trattativa al coltello svolta in occasione della scrittura della legge di bilancio.
LA SPONDA RENZIANA
In questa impresa si getta anche Matteo Renzi che ha tutto l'interesse, come dimostra la competizione quotidiana con il Pd, a strappare a Nicola Zingaretti e a Gualtieri la loro misura di bandiera. «E' evidente che i 5 miliardi stanziati nel 2021 per un'ulteriore riduzione del cuneo fiscale debbano essere utilizzati per finanziare la riforma dell'Irpef», dice Luigi Marattin, economista e vicecapogruppo alla Camera di Italia Viva, «del resto è la stessa cosa tagliare il costo del lavoro o ridurre le tasse ai lavoratori».
Marattin, nell'ardua operazione di rastrellare risorse, si spinge fino ad aprire alla rimodulazione dell'Iva che il suo partito bloccò in dicembre: «Serve un discorso complessivo e soprattutto è indispensabile togliere dal tavolo le clausole di salvaguardia che il prossimo anno assorbirebbe ben 18 miliardi. In cambio, però, serve un piano shock di riduzione fiscale da compiere attraverso la revisione dell'Irpef».
La reazione del Pd è stizzita. Zingaretti e Gualtieri non hanno alcuna intenzione di rinunciare al loro taglio del cuneo: «Quei fondi non si toccano», avvertono al Nazareno, «sono stati stanziati per la riduzione del costo del lavoro e lì restano. Per la riforma dell'Irpef si dovrà attingere altrove, ad esempio ai proventi che arriveranno dalla lotta all'evasione fiscale. Oppure dalla rimodulazione dell'Iva, ma bisogna capire se Renzi questa volta darà il via libera, oppure continuerà a fare il demagogo».
I problemi non finiscono qui. I 5Stelle hanno in mente una riforma dell'Irpef che suona più o meno così: riduzione degli scaglioni da cinque a tre, più una no tax area che sale fino a 10mila euro (ora è a 8mila). L'aliquota più alta scenderebbe dal 43% al 42%, quella al 41% calerebbe al 37% e quella al 27% verrebbe ridotta al 23%. Costo calcolato: 4-5 miliardi con risparmi fino a mille euro l'anno per i ceti medi. Verrebbero inoltre ridisegnate, secondo la proposta grillina, le fasce del prelievo: 23% per i redditi da 10mila e 28mila, 37% da 28mila e 100mila e 42% oltre i 100mila euro annui.
Il Pd invece ha in mente una riforma diversa. I dettagli non sono ancora noti, ma Gualtieri punta a favorire il ceto medio andando a premiare i contribuenti del terzo scaglione, quelli che guadagnano dai 28mila ai 55mila euro annui e su cui grava un'aliquota marginale del 38%, molto più alta rispetto al 27% del secondo scaglione (redditi da 15mila a 28mila euro). Italia Viva invece non scopre le carte: «L'Irpef è un tale caos che va azzerato tutto e ridisegnato», sentenzia Marattin.
Alberto Gentili
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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