Corto circuito sull'estradizione Libero il torturatore di Pinochet

Venerdì 26 Novembre 2021
Corto circuito sull'estradizione Libero il torturatore di Pinochet
IL CASO
LUCCA Un pasticcio. Un cortocircuito. Un errore di comunicazione tra questura di Lucca e Corte d'appello di Firenze. O forse un ritardo da parte della stessa Corte nel notificare alla polizia una nuova misura cautelare. Difficile capire oggi di chi sia la responsabilità. Una cosa, però, è certa un criminale l'ha fatta franca: Reinhard Doring Falkenberg, un cittadino tedesco accusato di essere stato un torturatore del regime di Pinochet. Di certo il Cile ha inviato al nostro Paese la richiesta di estradizione in tempo. Intanto il 75enne tedesco se ne sarebbe tornato in Germania da uomo libero dopo essere venuto nel Bel Paese con una comitiva di pensionati a settembre. Una vacanza a Forte dei Marmi che aveva fatto scattare, un volta presentati i documenti in hotel un allert dell'interpol.
E così Falkenberg trascorre in Italia due mesi in carcere, a Lucca. Dal 18 novembre era stato scarcerato per motivi di salute e si trovava sottoposto all'obbligo di firma. La domanda di estradizione delle autorità cilene, in base a quanto ricostruito, è arrivata dal Cile al ministero della Giustizia il 19 novembre, tre giorni prima del decadere dei termini della custodia cautelare, in scadenza il 22 novembre. Alle 8 di mattina del 22 novembre il ministero ha informato la Corte d'appello di Firenze della domanda di estradizione presentata dal Cile. A questo punto si verifica l'imponderabile. L'obbligo di firma è fissato la mattina. Falkenberg si reca, assieme al suo avvocato, per siglare il documento in questura. Teroricamente è l'ultima firma che deve apporre. Ma quando intorno alle 17 del pomeriggio, alla luce di questa comunicazione, la Corte d'appello ha emesso il provvedimento che prorogava la misura cautelare, la questura di Lucca aveva già liberato il tedesco da alcune ore. Secondo la lettura dei fatti data dal presidente della corte di appello fiorentina Alessandro Nencini, la polizia, comunicando a Falkenberg la cessazione della misura cautelare a suo carico alle 13,45, ossia quando si era presentato a firmare, avrebbe anticipato di circa 10 ore il termine della scadenza della mezzanotte previsto dall'ordinanza. Nel provvedimento la Corte di appello prende atto che nel frattempo la questura aveva comunicato al 75enne la cessazione della validità della misura, e allerta la polizia di frontiera affinché vigili su eventuali tentativi di lasciare l'Italia da parte del pensionato. A quell'ora però l'ex dirigente della Colonia Dignidad aveva già passato il confine ed era in viaggio verso casa.
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