Anni di litigi, poi la follia: uccide a fucilate la nuora e si spara un colpo in testa

Giovedì 3 Giugno 2021
OMICIDIO-SUICIDIO
SPRESIANO (TREVISO) Due colpi di fucile. Entrambi al volto. Ed entrambi mortali. Uno contro la nuora e uno contro se stesso. Il dramma della follia, nascosto da anni di litigi e rancore, è esploso ieri verso le 17,30 in una casetta a due piani a Visnadello di Spresiano, in via XXIV Maggio. Lino Baseotto, 81 anni ha imbracciato il fucile da caccia e ha fatto fuoco colpendo alla testa la nuora Bruna Mariotto, 51enne. La donna è stramazzata nel giardino, davanti alla porta di casa, sotto gli occhi attoniti della figlia, 12 anni, che frequenta la seconda media a Spresiano. Poi, l'uomo si è diretto verso il capanno degli attrezzi e si è ucciso con un colpo alla testa.
A sentire le due esplosioni sorde, terribili, nel silenzio della campagna trevigiana, il vicino di casa Roberto. La sua casa è attaccata a quella dei Baseotto. È entrato nel giardino, ha scorto il corpo di Bruna riverso sull'erba, in gran parte irriconoscibile per il colpo di arma da fuoco. E ha visto la piccola che urlava con gli occhi fissi sulla mamma, ormai senza vita.
«Ho portato la bambina e ho immediatamente chiamato le forze dell'ordine. È una tragedia inspiegabile. Sono persone che non hanno mai dato problemi. Amici da una vita» dice Roberto, profondamente scosso. Una tragedia che, però, cova in anni di rancori e piccoli litigi, in incomprensioni che hanno scavato un solco profondo. Talmente profondo da sfociare in un omicidio-suicidio. La famiglia dei nonni, Lino, con la moglie Rosa e uno dei due figli, Flavio, abitava al piano terra. Al primo piano l'altro figlio, Claudio sposato con Bruna. La coppia aveva avuto una figlia, che gli amici accorsi ieri sul luogo della tragedia hanno detto tanto voluta e tanto amata. Ieri il papà Claudio era al lavoro, nella ditta Grigolin. A casa la moglie, casalinga, e la figlia. È stato raggiunto da una telefonata, così come il fratello di Bruna, Denis. È proprio Denis, fuori dalla casa della tragedia a dire: «Non ci voglio credere. Non è vero. Mia sorella non può essere morta. Mi hanno chiamato i carabinieri ma non posso entrare a vedere un'ultima volta la mia Bruna». Poi, si infila in auto. Non riesce a sopportare la vista di quella casa dove sa esserci ancora la sorella riversa a terra.
Arriva Iris, la migliore amica di Bruna. E ha un malore. Piange a dirotto. «Era la mia migliore amica, la conoscevo da 15 anni e ogni pomeriggio andavamo a camminare insieme. Oggi (ieri ndr) non l'ho sentita e mi sono preoccupata. C'era qualcosa che non andava, ci telefonavamo regolarmente e ci vedevamo spessissimo. Poi ho saputo che era stata uccisa e sono corsa qui». Non sa darsi pace Iris. Non conosceva l'esistenza di un rancore così profondo e così antico da esplodere in un omicidio. Dissapori tenuti nascosti a tutti e forse, proprio per questo, ancora più violenti. «Non mi ha mai parlato dell'esistenza di un grave malessere nei confronti del suocero. Certo, qualche lite c'era. Ma in quale famiglia non c'è». Invece, i due coniugi Baseotto e la figlia formavano un trio che tutti hanno definito come la famiglia perfetta. «Andavano d'accordo, si volevano bene, erano belli da vedere quando stavano insieme» dice Iris asciugandosi gli occhi.
All'esterno della casa, pian piano, alla spicciolata, arrivano anche le amichette della bambina. «Ci vedevamo in bus quando andavamo a scuola e, al pomeriggio, spesso uscivamo insieme. È solare, allegra, uno spasso. Non so come farà adesso. Cercherò di starle vicino». E poi : «Sono cresciuta insieme a lei, di pomeriggio una andava a casa dell'altra finché, sette mesi fa, non mi sono trasferita con i miei. Ero tornata a casa del nonno da qualche giorno e quando mi ha vista si è messa a piangere dalla gioia. È tanto sensibile e mi dispiace così tanto per lei. Vorrei non fosse mai successo».
Intanto i carabinieri procedono con gli accertamenti, insieme al pubblico ministero. Il papà viene sentito dal pm, il fucile sequestrato. Finché il magistrato dà l'autorizzazione alla rimozione dei corpi, mentre la sera scende su via XXIV Maggio.
Valeria Lipparini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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