VENEZIA - Francesco Bortolan si difende: «Nego tutto». Giovedì il manager vicentino, in aspettativa da Azienda Zero, si è dimesso da direttore generale della Sanità alla Regione Basilicata: «Per motivi strettamente personali, non riesco più a garantire adeguata presenza fisica in Potenza», si legge nella lettera inviata al governatore Vito Bardi (Forza Italia), senza alcun riferimento allo scandalo delle presunte molestie sessuali che da un paio di settimane scuote le istituzioni lucane, con tanto di frizioni nella maggioranza di centrodestra. «I giornali locali scrivono che avrei molestato 16 donne, ma non c’è una sola querela: ho fatto due proposte di delibera che hanno infastidito parte della Giunta e così è venuto a mancare il rapporto di fiducia», contrattacca il professionista veneto.
IN COMMISSIONE
Il caso è scoppiato il 27 luglio in commissione Politiche sociali con l’intervento dell’ex leghista Massimo Zullino, attuale capogruppo di opposizione, che insieme al collega Giovanni Vizziello ne ha poi rivendicato il merito, perché «se Basilicata Oltre non avesse denunciato in Quarta commissione i comportamenti equivoci del direttore generale, mai si sarebbe scoperchiato questo imbarazzante vaso di Pandora».
SANITÀ PUBBLICA
Il 10 agosto sono arrivate le dimissioni di Bortolan, ingegnere informatico di 51 anni, 23 dei quali passati a occuparsi di sanità pubblica (anche come consulente di Agenas e docente a contratto nelle Università di Padova, Verona e Ferrara e Milano): dal 2008 al 2011 nell’allora Ulss 12 Veneziana; poi in Regione e in Azienda Zero, in particolare dal 2018 al 2021 come direttore dell’unità “Analisi attività assistenziali sanitarie e socio sanitarie” (quando ha anche ricostruito il fenomeno delle liste d’attesa “truccate” all’Ulss 3 Serenissima); dopodiché in comando alla Regione Lombardia come responsabile della mobilità sanitaria interregionale; infine il trasferimento a Potenza dal 1° dicembre 2022 per un contratto di durata triennale, a meno di un cambio della Giunta alle elezioni del 2024. «Ora torno in Azienda Zero – annuncia il manager al Gazzettino – e non temo affatto di trovare un clima ostile. Chi mi conosce da anni, sa che non posso aver fatto nulla del genere, tant’è vero che sto ricevendo tante manifestazioni di solidarietà sia dal Veneto che dalla Lombardia, anche da parte delle colleghe. Non ci sono messaggini, non ci sono “amiche”, non c’è molestia, non c’è prevaricazione. Come mi spiego tutto questo? Avevo un rapporto fiduciario con il presidente Bardi e la fiducia è venuta a mancare da parte di entrambi».
Secondo il quotidiano La Nuova del Sud, l’esecutivo lucano non avrebbe gradito due atti relativi alla nomina di un direttore amministrativo e all’assistenza domiciliare integrata. «Non ho fatto polemiche – spiega Bortolan – in quanto non sarebbero servite. Mi sono rivolto a un legale, ma non so se procederò, perché vorrei chiuderla qui: sono abbastanza amareggiato, penso sia stata una parentesi infelice. Ma sono tranquillo, perché non ho fatto danni a nessuno, anzi ho portato risultati che la Basilicata prima non ha aveva mai avuto».
INTERROGAZIONE
Invece nei Palazzi potentini monta l’irritazione. «Questi professionisti vengono dall’esterno a tentare di imporre stranissime dinamiche e stranissimi comportamenti che i lucani non possono e non devono tollerare», attacca l’assessore Merra. «È stata presentata un’interrogazione e forse, data la gravità della vicenda, sarebbe opportuno discuterne all’interno della massima assise regionale», rincara la presidente Perretti. Il senatore Gianni Rosa (Fratelli d’Italia) lancia anche un’altra accusa al 51enne: «Teneva le audizioni in commissione consiliare in pigiama, comodamente da casa». Solo veleni secondo Bortolan: «Sono felice di aver dato un contributo positivo, anche se mi spiace che non sia stato considerato tale».