MESTRE - Due cassonetti, uno della carta e uno del vetro, sono stati dati alle fiamme alle prime luci dell’alba di ieri in via Felisati, di fronte al ristobar Mozi. Ad essere state danneggiate sono anche una fioriera esterna del locale e la vetrina dello stesso, la quale sembrerebbe però essere stata colpita da un oggetto appuntito piuttosto che aver subito le indirette conseguenze del calore delle fiamme.
L’incendio di fatto è divampato attorno alle 5 del mattino; sul posto sono subito intervenuti i vigili del fuoco che, dopo aver spento il rogo, non essendo riusciti a mettersi in contatto con il titolare del locale hanno lasciato un biglietto affisso sulla porta d’ingresso del locale: «Abbiamo provato a contattarla con esito negativo per via del danno subito a seguito dell’incendio. Per informazioni contatti il 113».
Il ristobar, per l’intera giornata di ieri è rimasto chiuso, ma stando a quanto raccontano i residenti della zona ciò non è una novità: il locale, aperto da poco più di un anno, manterrebbe infatti molto spesso a saracinesche abbassate soprattutto la sera, e in particolare dopo le 20 sarebbe difficile trovarlo in attività, nonostante oltre che un bar sia anche un ristorante di cucina cinese specializzata in ramen. Nel frattempo, il plateatico esterno dal quale già diversi mesi sono stati rimossi ogni sedia e tavolino, è diventato - secondo le testimonianze di alcuni residenti - ritrovo abituale di spacciatori e tossicodipendenti che stazionano lì a ogni ora del giorno e della notte.
UN’IPOTESI
Per il Mozi inoltre non si tratta della prima “spaccata”. Questa è infatti la terza, contando anche un episodio avvenuto pochi giorni dopo l’inaugurazione che aveva costretto i titolari a sborsare diverse migliaia di euro per rimettere a nuovo la vetrina che era stata mandata in frantumi. Ora spetterà alla Questura di Venezia, intervenuta assieme ai vigili del fuoco nella primissima mattinata di ieri, capire se l’incendio che ha ridotto ad uno “scheletro” di ferro i due cassonetti posizionati lungo la strada sia stato accidentale o se si tratti invece di un gesto doloso. Nel caso in cui dalle indagini dovesse emergere che il rogo è stato causato da un atto volontario, andrebbero poi approfondite le ragioni per cui si è voluto colpire proprio quel locale. Tra le ipotesi al vaglio c’è infatti anche quella di un possibile “avvertimento” che qualcuno avrebbe voluto lanciare ai titolari dell’attività, ma per ora non ci sono certezze. Di certo c’è che via Felisati continua a essere una delle strade più problematiche di Mestre, simbolo di un degrado ormai fuori controllo.