Accoltellamento a Fiesso, in carcere due pakistani: avrebbero ferito un loro connazionale

Sabato 5 Agosto 2023 di Vittorino Compagno
L'ex hotel Riviera di Fiesso d'Artico

FIESSO D'ARTICO (VENEZIA) - Due arresti per il ferimento di un venticinquenne di nazionalità pakistana, avvenuto nella tarda serata di lunedì 3 luglio, a Fiesso d'Artico, nel piazzale dell'ex "Hotel Riviera".

I carabinieri della stazione di Stra, coordinati dalla pm Antonia Sartori, hanno eseguito qualche giorno fa l'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dalla gip Maria Rosa Barbieri, che contesta il reato di concorso in tentato omicidio a due connazionali della vittima, rispettivamente di 35 e 45 anni. La vittima riportò la perforazione del costato sinistro, lesione presumibilmente provocata da un oggetto simile ad un punteruolo: ricoverato in condizioni disperate all'ospedale di Dolo, e successivamente a quello dell'Angelo di Mestre, il giovane si è fortunatamente ripreso e nei giorni scorsi è stato dimesso.

L'ARMA NON RITROVATA

Da allora le indagini dei militari dell'Arma non si sono fermate e, nonostante l'arma del delitto non sia stata rinvenuta, gli accertamenti hanno portato gli investigatori a ricostruire dinamica e responsabilità. Al ferimento non erano presenti testimoni e le immagini delle telecamere sono poco chiare: a riferire l'accaduto sono stati principalmente la vittima e due dei tre giovani che si trovavano assieme a lui. Ancora da chiarire le motivazioni che hanno portato all'episodio di violenza. La perquisizione eseguita nelle abitazioni dei due indagati, entrambi regolari in Italia, con famiglia e lavoro, ha dato esito negativo: non è stata trovata droga.

I due arrestati sono comparsi martedì di fronte alla giudice per l'interrogatorio di Garanzia, assistiti dagli avvocati Riccardo Quintarelli e Fabrizio D'Avino. Soltanto il più giovane ha accettato di parlare, spiegando che lui e il connazionale si sono difesi dall'aggressione di 4 persone, iniziata con il lancio di una bicicletta. A ferire il rivale è stato il quarantacinquenne, che si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il connazionale più giovane ha spiegato di essersi limitato ad intervenire per aiutare l'amico accerchiato dai rivali.

«LEGITTIMA DIFESA»

I legali hanno annunciato che presenteranno ricorso al Tribunale del riesame per ottenere la remissione in libertà dei loro assistiti, dimostrando che hanno reagito ad una provocazione e la loro è stata legittima difesa. L'episodio è avvenuto sotto l'abitazione di uno dei due che, in precedenza, si erano ribellati alla presenza di spacciatori.
La notte del 3 luglio fu un operatore del centro di accoglienza per immigrati, ospitato nell'ex "Hotel Riviera", a chiamare i carabinieri dopo aver sentito urla provenienti dall'antistante piazzale. All'arrivo dei militari dell'Arma si verificò un fuggi fuggi generale: riverso al suolo fu rinvenuto il corpo di un venticinquenne di nazionalità pakistana ospite della struttura di accoglienza.
Le indagini sono state rese difficili sia dalle difficoltà conseguenti alla lingua straniere parlata dai protagonisti, sia da un'atmosfera di diffusa omertà.

Ultimo aggiornamento: 16:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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