Pamela, la veneziana uccisa in Messico: il suo compagno era il braccio destro dei Narcos

Martedì 6 Febbraio 2024 di Davide Tamiello
Pamela, la veneziana uccisa in Messico: il suo compagno era il braccio destro dei Narcos

FAVARO VENETO - In un fine settimana, quel fine settimana, i morti tra le varie regioni delle valli di Oaxaca sono stati nove. Nella città in cui sono stati freddati da un commando di sicari la sera dei 27 gennaio Pamela Codardini, 35enne di Favaro Veneto (Venezia), e il suo compagno, il 29enne messicano, Juan Yair detto “El Yayo”, si conta una media di due omicidi a settimana.

E una gran parte di questi sono legati al mondo dei narcos: a Mazunte, villaggio paradisiaco di pescatori sulla costa del Pacifico, fino a qualche anno fa era quasi normale vedere sulla spiaggia, di fronte all’oceano, i rottami degli aerei dei trafficanti di droga abbattuti dalla contraerea rivale o dalle forze dell’ordine. Un mondo con il quale cui Pamela Codardini era venuta a contatto subito, una decina di anni fa, quando con l’allora marito Alex Bertoli, cuoco triestino, aveva deciso di ricostruirsi una vita in quell’angolo di Eden immerso nella natura e distante miglia e miglia dalla civiltà. I due si erano sposati nel 2010 a Favaro, giovanissimi, e avevano deciso di lanciarsi in una nuova avventura all’estero. Il 1. novembre del 2012, infatti, proprio a Mazunte, avevano aperto insieme una pizzeria sul mare. Il 3 maggio del 2013, la tragedia: Alex venne attirato fuori di casa con una trappola, torturato, ucciso e bruciato vivo sulla spiaggia. Una morte atroce e avvolta per anni nel mistero: i responsabili, a quanto si sa, non vennero mai individuati. Il sospetto dei famigliari di Alex allora era che si fosse trattato di una vendetta per un debito non saldato, versione però che non trovò mai conferme ufficiali. Il dubbio, anche allora, era che dietro a quel brutale omicidio ci fosse stata la mano dei narcotrafficanti messicani. Un fantasma che si ripresenta con forza, oggi, a quasi undici anni di distanza, con la morte di Pamela. 

SICARI

La giovane vedova, allora, non pensò nemmeno per un attimo di tornare indietro su suoi passi, decisa a rimanere in Messico e a costruire là il suo futuro. Prima una lunga relazione con un nuovo compagno, da cui nacquero due figli, poi dopo la fine di quella storia il colpo di fulmine con il giovane Juan. Non un personaggio a caso, secondo quanto riportato dai media messicani, ma nome di spicco del cartello Los Medina, braccio destro del boss Alberto Jaime «El Piolin». Secondo quanto riportato dal quotidiano “Imparcial”, “El Yayo” sarebbe stato uno dei sicari del capo del cartello. In questa ricostruzione, dunque, sembrerebbe plausibile che il commando cercasse lui e che, in un secondo momento, avesse deciso di uccidere anche Pamela per non lasciare testimoni. 

LE INDAGINI

Sull’inchiesta, al momento, vige il più stretto riserbo. La Farnesina, ieri, ha fatto sapere di essere al lavoro con le autorità locali per organizzare il rimpatrio della salma di Pamela. «La sede dell’ambasciata - fanno sapere dall’Unità di crisi del Ministero - è stata informata del decesso della connazionale e del suo compagno, cittadino messicano, dal fratello della signora Codardini. In seguito a questo primo contatto l’ambasciata si è attivata, d’accordo con la console onoraria d’Italia a Oaxaca, con la procura locale per richiedere informazioni e procedere al riconoscimento della salma. L’ambasciata si è tenuta in costante contatto con i famigliari della signora Codardini».
Al momento nessuna dichiarazione sull’indagine: non è dato sapere se i killer di Pamela e del suo compagno siano stati individuati e se vi siano delle tracce. Non un’inchiesta facile, dato il clima: la direzione presa dalla procura locale sembra quella del regolamento di conti tra clan rivali. Il boss del cartello Los Medina, lo scorso 22 ottobre, si era ucciso per sfuggire alla cattura nel bagno del ristorante dove gli uomini della Guardia Nazionale e dell’Esercito messicano lo avevano rintracciato e circondato. Circa un mese fa, l’8 gennaio, anche il cugino Armando Jaime era scomparso nel nulla: gli investigatori avevano trovato solo il suo camion, abbandonato in strada, crivellato di proiettili. 

Ultimo aggiornamento: 16:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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