Export: costi di trasporto alle stelle. «Con la crisi nel Mar Rosso per i container aumenti fino al 600%»

I dati forniti da Alessandra Polin, consigliere di Confindustria Veneto Est con delega all'Internazionalizzazione

Giovedì 1 Febbraio 2024 di Mattia Zanardo
Export: costi di trasporto alle stelle. «Con la crisi nel Mar Rosso per i container aumenti fino al 600%»

TREVISO - La crisi del Mar Rosso sta già presentando il conto alle imprese del quadrilatero Padova - Treviso - Venezia - Rovigo. Ed è un conto salato: «L'aumento dei costi di trasporto dei container è del 300%. Parlo per le mia azienda, ma so che è l'entità è simile anche per molti colleghi, con picchi fino al 600% in più. Dunque un impatto considerevole», conferma Alessandra Polin, consigliere di Confindustria Veneto Est con delega all'Internazionalizzazione.

Inevitabilmente, gli effetti degli attacchi alle navi cargo da parte dei miliziani yemeniti Houti sono stati uno degli argomenti centrali della presentazione, ieri a Treviso, della terza edizione dell'Osservatorio Export, promosso dall'associazione industriale. La necessità di circumnavigare l'Africa sta facendo schizzare tempi e tariffe. «La portata definitiva sarà determinata dalla durata e dall'intensità di questa ennesima tensione», spiega Ivano Gioia, responsabile Scenari economici all'Ufficio studi Sace. Già oggi il traffico nell'area, da e per il Canale di Suez, è crollato di oltre il 40%. La speranza, ribadisce Gioia, è che «la crisi resti circoscritta e la risposta delle istituzioni internazionali riesca a limitare i danni e a garantire la libertà dei commerci». Se, però, la situazione del Canale non dovesse sbrogliarsi in tempi brevi, si profila, tra l'altro, anche un rischio di "marginalizzazione" del Mediterraneo e, quindi, dei porti italiani.

Il Mar Rosso e Suez non rappresentano che l'ultimo degli shock agli equilibri geopolitici e commerciali, dalla pandemia, alla guerra in Ucraina, fino a quella tra Israele e Hamas. Ciò nonostante le aziende manifatturiere delle quattro province venete non hanno perso la vocazione all'export (38,4 miliardi complessivi nel 2022): pur non tenendo conto degli avvenimenti più recenti, secondo l'indagine la quota media di fatturato derivato da vendite all'estero è salita nel 2022 al 36% rispetto al 33,5% del 2021. L'Osservatorio di quest'anno si è concentrato in particolare sulla relazione tra processi di internazionalizzazione, transizione digitale e sostenibilità ambientale. Quest'ultimo aspetto è ritenuto da un fattore importante o molto importante per l'espansione internazionale dell'azienda dall'83% degli imprenditori e manager intervistati. E per più di un terzo (34,8%) ha facilitato l'accesso ai mercati mondiali, percentuale che sale al 49,5% per le imprese più grandi. Quanto al digitale, Gianluca Toschi, ricercatore della Fondazione Nordest, evidenzia: «Il 34,4% delle imprese ha adottato strumenti di gestione del rischio, anche software. In un mondo sempre più complesso, è un segnale positivo che conferma come le imprese siano pronte ad accettare le ulteriori sfide di questa complessità».

Per il 2024, i mercati su cui non si può non essere presenti restano Germania, Francia e Stati Uniti. Però, incalzano, tra gli extra Ue, Gran Bretagna ed Emirati Arabi Uniti, mentre non compare la Cina. Nel contempo prosegue la strategia di accorciare le catene di fornitura globali: il 18% delle imprese ha scelto fornitori strategici più vicini, in Italia o in Europa. «In questo momento la sfida maggiore è proprio quella del Mar Rosso e del Medio oriente - nota Polin -. Le nostre imprese hanno saputo far fronte a tutte le emergenze e sapranno affrontare e vincere anche questa. Salvaguardare e potenziare la loro presenza internazionale è una priorità assoluta: occorre una politica industriale nazionale ed europea capace di far emergere, ulteriormente, le loro enormi potenzialità. E occorrono strategie di attrazione degli investimenti, aumentando l'attrattività del territorio e la competitività delle imprese».

POLITICA
Nel corso dell'evento è stato assegnato anche il Premio Exporter of the Year 2023, riservato ad aziende partecipanti alla ricerca, distintesi per la performance sui mercati internazionali. Per la categoria Grandi Imprese ha vinto La Marca Vini e Spumanti di Oderzo (Treviso); tra le Piccole e medie, Panta Rei di Fiesso d'Artico (Venezia); nella categoria Beginners (quelle con esperienza di esportazione più recente) Xilia, sempre di Oderzo.
 

Ultimo aggiornamento: 2 Febbraio, 09:38

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