ll racconto della veneziana Elena Dak sul viaggio di un immigrato, appartenente a un popolo. I pastori, accolto da una coppia proprietaria di centinaia di pecore. Tra nostalgia e integrazione.
La signora dei deserti approda tra le Dolomiti. Dopo aver attraversato le dune sabbiose del Ténéré nel Niger, aver percorso in lungo e in largo il Sahara, aver fatto la guida nei tour in Ciad, Etiopia, Eritrea, Medio Oriente, Asia Centrale e India, rientra in Veneto e parte da Agordo. La veneziana Elena Dacome, che ha accorciato il suo cognome in Dak, ha scelto le vette bellunesi per la narrazione del suo ultimo libro "Brina e il Buio", edito da Mazzanti con prefazione di Toni Maraini e copertina di Alessandro Sanna. La sua non è un'inversione di rotta, perché tutte le sue esperienze, diventate poi romanzi e saggi, hanno un filo comune: seguire le carovane di nomadi. Quindi dopo essersi immersa per due mesi nel deserto al seguito dei tuareg e aver attraversato le regioni dell'India al fianco dei rabari, ora narra le avventure tra i monti veneti di Buio, il soprannome scelto per il giovane protagonista dell'ultimo volume.
IL PROTAGONISTA
Buio è un immigrato africano originario della regione sub sahariana e appartenente al fiero popolo Pheul dall'antica tradizione pastorizia, che dopo un avventuroso viaggio per terra e una burrascosa esperienza in barcone fino a Lampedusa sbarca tra le Alpi. Viene accolto da Alice e Fabio, neo genitori, e proprietari di diverse centinaia di pecore. La coppia che opera tra i territori di Belluno, Padova, Venezia e Treviso è anche diventata protagonista di uno studio di Elena Dak e alla loro storia è stato dedicato un articolo nel giornale The Guardian. Qui Buio inizia la sua seconda vita tra i pastori veneti transumanti con greggi e armenti tra le valli e gli alpeggi dolomitici sempre accompagnato da una amica speciale, Brina, un cane, anzi una cagna, pastore dalla razza indefinita. L'animale gli sarà di supporto nel lavoro e di compagnia nella solitudine dandogli affetto e conforto.
Il personaggio e la storia sono un'invenzione letteraria, ma in sè fondono la formazione di antropologa dell'autrice e le testimonianze raccolte tra i lavoratori africani di Senegal e Mali.
STORIA IMMAGINARIA
Questo lavoro non è un reportage tra i pastori veneti, ma è un racconto, una storia di fantasia che ruota tutta attorno ai due protagonisti del titolo. In precedenza Elena Dak ha pubblicato, tra gli altri, i libri "La carovana del sale", un viaggio assieme ai Tuareg scelto da Ilaria Crotti per un corso di Letteratura italiana contemporanea a Ca' Foscari e "Io cammino con i nomadi" in cui narra il percorso nel Sahel con i nomadi Wodaabe. Inoltre ha fatto parte dello staff della trasmissione Overland, dedicata ai viaggi estremi e ha collaborato con Bruno Zanzottera fotografo anche per il National Geographic.
AUDIO E FOTO
All'interno di "Brina e il Buio" sono presenti dei codici QR che attraverso un'applicazione gratuita consentono al lettore di ascoltare l'audiolibro letto dall'autrice e di consultare la galleria fotografica con scatti di Zanzottera sulla ricerca svolta sul campo con i pastori Fabio, Alice, il loro figlio Martin e l'aiutante Bah. Si tratta di immagini scattate durante l'arco di un intero anno in cui ha seguito i loro spostamenti tra la Pianura Padana e le Dolomiti Bellunesi. Ricordiamo che in Veneto sono rimasti solo 60-70 pastori nomadi che fanno la stessa vita della giovane coppia agordina.
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