Chioggia, il baby Mose non basta: l'acqua alta "scavalca" la diga mobile

Martedì 24 Dicembre 2019 di Roberto Perini
la paratoia del "baby Mose" a Chioggia
CHIOGGIA - Ancora acqua alta. Ieri mattina, 23 dicembre, alle 9,40, il livello della laguna ha raggiunto il metro e mezzo sul medio mare. La persistenza della bassa pressione sull'Alto Adriatico ed i fenomeni atmosferici avversi abbattutisi sul Tirreno e sull'Italia Meridionale si sono, dunque, rivelati fatali. Destati dalle sirene, i chioggiotti sono immediatamente corsi ai ripari. Verificata la tenuta delle paratie agli usci ed alle vetrine, si sono ben presto rassegnati a dover trascorrere la mattinata alle prese con secchi e pompe. Consapevoli dell'alto rischio, le famiglie residenti ai pianterreni, i negozianti e gli esercenti hanno trascorso ore d'ansia attendendo il picco, dopo aver sistemato le proprie cose il più in alto possibile. Non hanno, invece, potuto difendersi in alcun modo i commercianti della pescheria comunale. Il valore del pesce freschissimo è letteralmente crollato. Confermata la puntualità del servizio telefonico d'emergenza Alert System, offerto gratuitamente dal Comune.

BABY MOSE
Tutti i rioni insulari sono finiti sott'acqua perché la marea è risalita ben oltre il livello di tenuta della paratoie del Baby Mose, collocate alle estremità settentrionale e meridionale del Canal Vena. Il rio attraversa tutto il centro storico. Le porte idrauliche, com'è noto, sono in grado di fronteggiare con successo solamente le acque alte inferiori al metro e 30. Il fenomeno, stando alle previsioni del Centro maree, dovrebbe riproporsi anche quest'oggi, 24 dicembre, pressappoco alla stessa ora: sono previsti ancora una volta 140 centimetri. Dieci in più rispetto al livello di tenuta del dispositivo dimostratosi efficacissimo contro le acque alte più frequenti, sostenute ma non eccezionali.

ASSALTO AI PARCHEGGI
Letteralmente presi d'assalto dagli automobilisti, i parcheggi dell'Isola dell'Unione dei Saloni e di Borgo San Giovanni il cui piano di campagna è piuttosto elevato rispetto al medio mare. Pochi, invece, si sono fidati di quelli non altrettanto sicuri di Viale delle Repubblica e di Sacca San Francesco. Com'è noto, il 12 novembre scorso, erano finiti anch'essi sommersi. Ancora una volta, però, alcuni automobilisti particolarmente ottimisti o disinformati hanno lasciato le proprie vetture in Corso del Popolo. Se ne sono accorti quando ormai era troppo tardi. Anche oggi, i piazzali a pagamento potranno essere utilizzati gratuitamente in tutto l'arco temporale compreso tra le sei ore antecedenti il picco di marea e le sei successive. Come sempre accade quando l'acqua alta supera la quota di tenuta del Baby Mose, ieri, il deflusso è risultato rapido fintantoché il livello non è sceso al di sotto dei cigli delle banchine stagne che si trovano a 120 centimetri sul medio mare. Poi, è diventato lentissimo. Al di sotto del metro e 20, lo smaltimento dipende, infatti, esclusivamente dalla limitata capacità delle condotte fognarie collegate alle pompe elettriche, collocate a valle rispetto alle condotte fognarie centrali. L'acqua che non defluisce rapidamente a mare deve giocoforza essere aspirata dal catino delimitato dalle fondamente rialzate una quindicina d'anni fa. Nell'arco degli ultimi anni, è stata più volte auspicata la creazione di qualche condotta d'emergenza, da aprire e chiudere manualmente in caso d'emergenza. Il Comune, però, non può intervenire perché la legge Merli, risalente al 1976, vieta senza eccezioni lo scarico diretto in laguna di tutte le acque meteoriche, compresa quella di mare.

Roberto Perini
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Ultimo aggiornamento: 09:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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