UDINE - La disoccupazione non aumenta.
Niente ripresa. A prima vista l'andamento è virtuoso, ma in realtà i numeri dell'Istat non mostrano alcun sintomo di ripresa. Il dato chiave, quello degli occupati, resta infatti sotto quota 500mila, per l'esattezza a 499.117, stabile rispetto al terzo trimestre del 2013, ma in forte calo (-6mila unità) rispetto al secondo di quest'anno, quando l'Istat aveva registaro quasi 506mila occupati. Se la disoccupazione non aumenta, quindi, non è per una ripresa delle assunzioni, ma perché alla riduzione degli occupati non fa riscontro un aumento delle persone alla ricerca di un lavoro, che resta invece stabile a quota 39mila, come nel 2° trimestre..
Disoccupati e inattivi. Seimila occupati in meno, ma disoccupazione stabile. Non è un controsenso, perché si considerano disoccupati solo le persone alla ricerca di un primo impiego e gli iscritti alle liste di mobilità o collocamento. Per essere ufficialmente senza lavoro, in sostanza, il lavoro bisogna cercarselo. Il vero termometro della crisi, quindi, è dato dal numero di occupati, che da un valore medio di 522mila nel 2008 è sceso ai 500mila di oggi. Più di 20mila posti di lavoro persi, mentre i disoccupati, che sempre nel 2008 erano 23mila, sono aumentati «soltanto» di 15mila unità. Segno che la crisi porta con sè anche un effetto scoraggiamento, riducendo quella che gli statistici definiscono popolazione attiva, o forza lavoro, data dalla somma tra occupati e persone alla ricerca di un impiego. Il dato più incoraggiante, più che la stabilità del tasso di disoccupazione, è il lieve incremento degli occupati rispetto ai valori medi del 2013: dopo due anni consecutivi in flessione, la tendenza negativa sembra essersi invertita o quantomeno fermata.