​Perdere un figlio in grembo: vivere
il lutto "segreto" dei bimbi mai nati

Giovedì 13 Ottobre 2016 di Paola Treppo
Perdere un figlio in grembo: vivere il lutto "segreto" dei bimbi mai nati
SAN DANIELE DEL FRIULI (Udine) - Perdere un figlio in grembo, per qualsiasi motivo, o al termine della gravidanza, e non riuscire a elaborare il lutto, «Perché quello che non si vede, nella nostra società, non esiste. È una realtà che riguarda purtroppo tante donne che non hanno modo di parlare con nessuno del loro dolore, della loro sofferenza, e che possono restare in questo stato anche per anni, prima di riuscire a riprendere a vivere veramente» dice la presidente dell’associazione di promozione sociale “Semi di Vita”, Alessia Varutti, una realtà nata nel 2014 per aiutare i genitori e le madri, con particolare attenzione ai bambini nati morti. «Non li vogliamo chiamare bambini “mai nati”, ma “nati morti” perché comunque sono usciti dal grembo delle loro mamme. Sono bimbi che la legge non riconosce, che non entrano nello stato di famiglia, di cui non si vuole parlare. Che sembra che non esistano. Invece ci sono. E la perdita, per qualsiasi ragione, di un figlio in grembo, lascia segni molto profondi nella madre, nei genitori, nella famiglia. E anche nei figli che nascono dopo, a volte investiti ingiustamente da ansie e da aspettative di mamma e papà, quando ogni bimbo è una persona a sé, che non deve sostituire nessuno ma essere libero, e amato per quello che è, come individuo».
 
Così “Semi di vita” supporta tante famiglie, con gruppi di “auto mutuo aiuto”, a San Daniele del Friuli, gruppi aperti non solo ai paesi della Collinare ma anche a tutte le mamme della provincia che hanno bisogno. Questo sabato, 15 ottobre, l’associazione organizza un evento pubblico, a San Daniele del Friuli, in piazza Duomo, dalle 17 in poi: «È per onorare tutti i bambini che ci hanno lasciato troppo presto, morti in gravidanza o subito dopo. Ci sarà il lancio dei palloncini e l’accensione delle candeline. Questo evento è aperto a tutti, per chi “ha scelto” e a chi “non ha scelto”, perché il lutto “perinatale” è sempre, e comunque, un momento doloroso».

I gruppi di auto mutuo aiuto sono due, con 20 persone. «Il bambino “nato morto” non è stato mai “introdotto” in società. Non è mai stato visto. Di lui non si vuole parlare, si ha riguardo. Per chi conosce il fatto accaduto è difficile dire qualcosa alla mamma in pena. Spesso si banalizza, si semplicizza, di fa finta di niente. Si dice che ce ne saranno altri, che passerà, dando poca importanza. Ma la madre, questa ferita, se la porta dentro e non riesce a elaborare il lutto come invece accade per la perdita di un bambino, di un figlio, che è già nato, che ha avuto un nome. E che la società ha riconosciuto. Capita che madri con questo grande dolore arrivino da noi dopo 40 anni, ancora "bloccate". I gruppi di auto mutuo aiuto servono per capire che la sofferenza che si prova è normale, che va vissuta e superata, per riprendere a vivere, senza dimenticare chi c’è stato. Anche se non ha una tomba. Resta nel cuore, nell’amore di chi lo portato in grembo, anche solo per pochi mesi». Info semidivitafvg.it. 
Ultimo aggiornamento: 19:33

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