Lo scienziato goriziano dell'Intelligenza Artificiale: «Stiamo vivendo in un algoritmo»

Sabato 15 Aprile 2023 di Adriano Favaro
Nello Cristianini

GORIZIA - È stato considerato uno degli scienziati più influenti del decennio nel campo dell'Intelligenza Artificiale (IA). Nello Cristianini, 54 anni, goriziano, insegna a Bristol, nel Regno Unito.

Ha scritto un libro "La scorciatoia. Come le macchine sono diventate intelligenti senza pensare in modo umano" (Il Mulino, pagg 214 - 16 ) che presenterà in un tour nel Nordest: il 18 aprile a Ca' Foscari, il 19 aprile alle 17 con Federico Neresini a Palazzo del Capitanio, a Padova, Piazza Capitaniato; e il 21 a Trieste al Caffè San Marco. Quello che Cristianini compone è un mosaico che racconta la storia dell'Intelligenza Artificiale, le previsioni dei primi "esploratori" unite alle cronache dei tempi recenti che sembrano storie scritte per un film di Hollywood. «Le vicende dell'IA sono piene di corse e fermate, di tante iniziative e altrettante delusioni. Fino a quando, un signore, Frederick Jelinek, entra nel 1972 alla IBM riuscendo, negli anni '80 a pronunciare una frase ormai famosa: "Ogni volta che licenzio un linguista la performance del nostro sistema migliora". Fino ad allora era stato un continuo fallimento, perché si cercava di costruire macchine basate sull'apprendimento e sull'intelligenza umana: quindi prima di tutto teorie, analisi del linguaggio, poi applicazione; e così via. Fino ad arrivare alla conturbante capacità di ChatGPT esplosa in queste settimane.


Cosa sta accadendo professor Cristianini? Molti cominciano anche a spaventarsi dell'Intelligenza Artificiale. Che cosa si deve sapere, lo dica lei che da 30 anni lavora anche sulle macchine intelligenti.

«Le rispondo così: perché la privacy è un diritto? Se guardo nel suo cassetto, vedo tutti gli affari suoi e non prendo niente si potrebbe dire che non c'è danno. Lo stesso vale quando influenzo in qualche modo una persona e tolgo la libertà di scegliere. Dov'è il danno? C'è invece. E sta nella lesa dignità delle persone, al diritto all'autonomia, ad esercitare la propria indipendenza. Per questo occorre capire come funziona IA».


Dove si trova il valore della dignità?
«La carta dei diritti europei inizia così: "l'Unione si fonda sui valori indivisibili e fondamentali di dignità umana, libertà, uguaglianza, solidarietà". Dignità inviolabile che deve essere rispettata e tutelata. Vuol dire che l'essere umano è un valore in se; e se l'Intelligenza Artificiale viola un valore».


Avviciniamoci all'Intelligenza Artificiale passando per il vivere quotidiano: come tanti io devo tenere conto di un centinaio di password quasi. Questa tecnologia ci mette in prigionia.
«Esiste una cosa che si chiama macchina sociale idea nata nel 1999 da Tim Berners-Lee l'inventore del World Wide Web - e dobbiamo saperlo bene: una macchina sociale è qualunque meccanismo in cui alcune componenti sono persone, Alcune funzioni cioè le svolgono le persone. Pensiamo ad una catena di montaggio: la burocrazia è uguale. Il meccanismo collettivo riesce a fare cose pazzesche e l'uomo è dentro. Il web consente di creare macchine sociali mediante meccanismi digitali. Una cosa buona? Quando mi trovo davanti a you-tube che mi raccomanda dieci video che ha scelto tra dieci miliardi di video mi chiedo: chi ha preso questa decisione?».


Spero che non voglia la risposta da me: non lo so.
«L'ha presa un meccanismo che non è un algoritmo come crede qualcuno, ma è fatto anche dai 2.5 miliardi di utenti umani che forniscono le informazioni necessarie. Una macchina sociale è ogni utente che guarda i video e fornisce informazioni sui propri gusti alla macchina. Che poi fa una media e "sceglie". Siamo diventati parte di queste macchine. In certi casi molti meccanismi del web ci tolgono libertà».


Una scoperta che la gente non ha ancora capito in questo campo?
«Quanto sia facile predire il comportamento umano se abbiamo quantità mostruose di dati. Questo non si poteva fare fino a cinque anni fa. Ora è quasi gratis. Se scrivo "tanto va la gatta al" la macchina facilmente completa. Se compro tre Harry Potter la macchina dice che comprerò anche il quarto. Prevede senza capire niente di noi (umani) e del mondo e della psicologia: vive di statistica. Se uno poi sta a lungo su un video la macchina capisce ancora di più di quella persona, eccetera».


Cinquant'anni fa la lista della spesa dell'IA era pronta: tradurre, riconosce i volti, parlare ed essere trascritti. Tutto fatto. Le prossime sfide inquietanti: come avere un prestito, come trovare un lavoro e altro, tutto deciso da un algoritmo?!
«Chi è nato in questo mondo come i miei figli dopo il 2000, non vede con distacco queste cose: per loro il mondo è così. Ma quando cercheranno occupazione sanno che un algoritmo leggerà il loro curriculum e dirà se c'è lavoro per loro o no. E io non saprò spiegare come funzioni quel meccanismo. Ciononostante quelli che possono ragionare su tali macchine, per spiegare ai giovani un equilibrio possibile, ormai sono solo le persone mature, che hanno vissuto le differenze; e i valori. Per farlo occorre essere anche ottimisti».


Torniamo al libro "Scorciatoie". Perché?
«I pionieri dell'IA, almeno per i primi 30 anni avevano un obiettivo, sempre lo stesso: capire il comportamento umano, l'intelligenza, il linguaggio: e poi adattare le macchine a questo».


Ma bisognava trovare i dati da confrontare.
«Anche questo è possibile solo da pochi anni: miliardi di dati ora si prendono dal web, gratis: è la seconda scorciatoia. La terza: che interessi ha la gente? Chiederlo è complicato, basta però guardare cosa fa nel web o nei social e si capisce, ancora gratis. Ma tutto lascia una cicatrice. Perché ora funziona un sistema che costa poco, genera profitti; ma non è quello che volevamo».


Possono almeno eliminare le fake news da Facebook?
«No perché quel meccanismo è disegnato in modo tale da trovare la notizia che farà cliccare di più. Vera o falsa non fa parte del meccanismo: importante far cliccare. Mica facile aggiustarla».


Questo sistema rischia di non garantire più niente agli umani, guardati nel loro intimo a loro insaputa.
«Non sarebbe male creare un mondo in cui abbiamo il diritto di non essere valutati da una macchina se cerchiamo un lavoro o un mutuo. Vorrei un mondo dove noi potessimo scegliere di non essere controllati o giudicati da una macchina bensì da un umano. Il Parlamento europeo sta completando in queste settimane l'«IA Act»: una scelta importante, tra le più avanzate al mondo, per salvaguardare il rapporto tra uomini e Intelligenza Artificiale, osa ormai insostituibile anche».


L'intelligenza umana è stata però il riferimento di ogni intelligenza
«Non più. L'intelligenza c'era prima dell'uomo: sono intelligenti la lumaca, il polipo, il sistema vegetale, le formiche. Adesso l'esempio di intelligenza è come Amazon raccomanda un libro. Amazon ha da tempo eliminato i recensori umani; che però hanno pubblicato un annuncio sui giornali ricordando come «La gloriosa confusione della carne e del sangue prevarra». Qualcuno tifa per loro».

Ultimo aggiornamento: 12:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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