Mense scolastiche, arriva la stangata: ecco di quanto aumentano le tariffe

Medesimo incremento anche per iscriversi ai centri estivi. Invariati i costi per le rette dei nidi

Domenica 25 Dicembre 2022 di Alessia Pilotto
Mense scolastiche, arriva la stangata: ecco di quanto aumentano le tariffe

UDINE - Mense scolastiche, l'aumento delle tariffe sarà del 10 per cento e lo stesso incremento riguarderà anche le iscrizioni ai centri ricreativi estivi. Rimarranno invece uguali i costi delle rette dei nidi d'infanzia e dei servizi di pre e post accoglienza e doposcuola. Dopo aver annunciato i rincari, infatti, la giunta Fontanini ha stabilito a quanto ammonteranno. A partire dal prossimo settembre, per le scuole dell'infanzia merenda e pranzo passeranno dai 5,20 euro ai 5,70 per i residenti e dai 6 ai 6,60 euro per i non residenti, al giorno (nelle scuole presso le quali le associazioni di volontariato dei genitori si occupano della fornitura delle derrate alimentari); nelle altre scuole dell'infanzia, si passa da 5 a 5,50 euro al giorno per gli udinesi e dai 5,80 ai 6,40 euro per chi viene da fuori comune.

Per quanto riguarda scuole primarie e secondarie di primo grado, le tariffe crescono da 5,40 a 5,95 euro al giorno (residenti) e da 6,20 a 6,80 (non residenti) per i pasti di categoria A, ossia quelli preparati in cucine interne alle scuole; i pasti di categoria B passano invece da 4,80 a 5,30 (residenti) e da 5,70 a 6,30 euro al giorno (non residenti) mentre per la categoria C (monoporzioni) il costo a carico delle famiglie aumenta da 4,45 a 4,90 (residenti) e da 5,45 a 6 euro al giorno (per i non residenti).


AGEVOLAZIONI
Rimangono invariate le agevolazioni già esistenti per i residenti, ossia la possibilità di abbonamenti a prezzo scontato (che garantiscono una riduzione tra il 15 e il 20 per cento a seconda dei giorni di frequenza della mensa); lo sconto del 10 per cento in caso di due o più fratelli iscritti al servizio e diverse forme di agevolazioni come le tariffe ridotte in base all'Isee con una scontistica che va dal 70 per cento (con Indicatore fino a 3mila euro) al 6 per cento (con Indicatore tra i 16 e i 20 mila euro). I rincari, che sono già stati presentati alla Commissione Mense (alla cui presidenza è stata confermata Elena Mondini) si sono resi necessari alla luce dell'aumento dei prezzi sia degli alimentari (che ha segnato un più 15,6 in un anno) sia delle spese energetiche. Aumenti che hanno costretto Palazzo D'Aronco ad aumentare il capitolo di spesa per la ristorazione scolastica di circa 600 mila euro rispetto alla previsione iniziale di 2,65 milioni, arrivando a circa 3,3 milioni di importo per il prossimo bando di affidamento del servizio che fornirà circa 700 mila pasti l'anno a circa 3.500 bambini distribuiti tra i 2 nidi a gestione diretta, le 18 scuole dell'infanzia, le 22 primarie e le 4 secondarie di primo grado comunali e dei centri estivi.


TARIFFE
Le tariffe pagate dalle famiglie copriranno, secondo le stime, il 49 per cento della spesa (l'anno scorso era il 50,03 per cento), che arriva al 52 per cento considerando anche i contributi che arriveranno da Stato e Regione. A proposito di centri estivi, anche in questo settore ci saranno aumenti, sempre del 10 per cento, a partire da quelli dell'estate 2023: i turni da 10 giorni, con orario dalle 7.45 alle 16.15 passeranno quindi da 176,90 a 195 euro per i residenti, e da 201,30 a 222 euro per i non residenti; le tariffe dei turni da cinque giorni (sempre dalle 7.45 alle 16.15) cresceranno invece da 88,45 a 97,50 per i residenti, e da 100,65 a 111 euro per i non residenti. Confermate anche in questo caso le agevolazioni per gli udinesi, con l'esenzione totale in casi di indigenza, la riduzione del 20 per cento di una retta in caso di iscrizione di fratelli o sorelle, e gli sconti basati sull'Isee che vanno dal 70 al 40 per cento, con limite dell'Indicatore rispettivamente di 10mila e di 18mila euro. Come detto, non ci sono stati ritocchi invece sulle rette dei nidi d'infanzia né sugli altri servizi educativi come la pre e la post accoglienza (per cui si studierà anche la possibilità di un ampliamento per i bimbi dai 3 ai 6 anni, se fattibile dal punto di vista tecnico ed economico) e il doposcuola.
 

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