Il sindaco Chies batte il Covid e torna in municipio: «Ma voi state a casa»

Venerdì 17 Aprile 2020 di Luca Anzanello
Il sindaco Fabio Chies
Il sindaco batte il virus e torna pienamente operativo, eleggendo il suo studio in municipio a prima tappa dopo l’agognata libertà. «Ma continuate a rispettare le regole: il rigore paga» è il messaggio che lancia ai concittadini. Dopo tre settimane abbondanti di isolamento, ieri pomeriggio Fabio Chies ha annunciato con un breve video che «finalmente l’Usl 2 mi ha confermato che ho finito il periodo di quarantena». Una restrizione iniziata il 20 marzo quando il primo cittadino, insospettito da un attacco di febbre e tosse, chiese di sottoporsi a tampone. L’esito fu positivo al Covid-19 e Chies iniziò la quarantena, a debita distanza dal resto della famiglia: un isolamento totale che in teoria si sarebbe dovuto concludere dopo due settimane. E invece il tampone del 6 aprile evidenziò che il sindaco era un positivo asintomatico. Iniziò così un’altra settimana senza contatti con l’esterno, conclusa ieri dopo il doppio tampone negativo di martedì e mercoledì. Appena ricevuto l’esito, Chies è corso in municipio per ritirare la posta arrivata in sua assenza. «Ho trovato una valanga di lettere, questa notte avrò da fare» ha sorriso.
Sindaco, come sta?
«Sto bene e non da ieri. Erano quasi 20 giorni che non avevo più alcun sintomo della malattia». Qual è stato il momento più difficile della sua lunga quarantena?
«Gli ultimi giorni sono stati più duri dei primi, quando avevo febbre alta e tosse. Però forse l’adrenalina del tanto lavoro da fare per la città all’inizio mi ha aiutato a non preoccuparmi più di tanto e a superare tutto, anche moralmente. Gli ultimi giorni invece non passavano più, come succede quando stai bene e vorresti fare mille cose ma non puoi uscire di casa. Ciò che mi ha aiutato di più è stata la vicinanza che mi è stata espressa dai cittadini, che voglio ringraziare».
Ha mai avuto paura di non sconfiggere il Covid?
«No, forse perché quando sono risultato positivo non avevamo ancora assistito a tutti i ricoveri e decessi che sono venuti dopo. E durante la quarantena ho cercato di guardare il meno possibile gli aggiornamenti sull’andamento dell’epidemia, concentrandomi sulle cose da fare per la città».
Che consigli sente di dare ai cittadini per evitare quarantene come la sua o peggio?
«Di continuare a rispettare le regole, come hanno fatto finora. Sono contento perché credo che la nostra amministrazione abbia preso fin da subito la strada giusta, quella del rigore. Se avessimo sottovalutato l’emergenza mi sarei fatto più problemi. E invece siamo stati i primi ad avere vietato il mercato e abbiamo sempre cercato di rendere più restrittive, con le nostre ordinanze, le norme dei decreti governativi, ad esempio inserendo la distanza massima di un chilometro per uscire di casa prima che la Regione fissasse il limite dei 200 metri. Ringrazio la cittadinanza che anche a Pasqua e a pasquetta è stata a casa, le forze dell’ordine che hanno vigilato e tutti quelli che stanno combattendo il virus, contro il quale dobbiamo continuare a stare molto attenti e concentrati». Conegliano è però nella “top ten” delle città venete con più residenti contagiati: l’altro giorno erano 147...
«È un dato in linea con quelli di città simili e sul quale influisce la presenza della casa di riposo. A proposito di Casa Fenzi, stiamo verificando insieme all’Usl 2 tutto quello che possiamo fare per dare una mano a questo tipo di strutture. Intanto domenica le strade della città verranno igienizzate».
E quando riunirà la sua giunta?
«La prossima settimana, ma ancora in videoconferenza». 
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