PREGANZIOL - Telefona al dentista per una fitta fortissima alla mandibola.
LA RICHIESTA
A scampare a morte certa è stato un pensionato torinese che da poco si è trasferito nella Marca insieme alla moglie. Un pomeriggio di qualche settimana fa, mentre era a casa da solo, ha avvertito un dolore lancinante alla mandibola, a entrambe le guance. Il 70enne ha pensato subito a un problema ai denti e, non avendo ancora un dentista di riferimento nella nuova provincia, si è affidato all’elenco cercandone uno in zona per chiedere di essere visitato subito. Quando è arrivata la chiamata, lo studio Mazzarini di piazza Gabbin stava quasi per chiudere. «Ho risposto io - racconta la segretaria Giorgia Zanlorenzi -. Il paziente lamentava un dolore alla mandibola ma eravamo quasi a fine giornata e i dottori erano ancora impegnati in altri interventi. Non erano disponibili per una visita immediata: avrebbero potuto visitarlo solo la mattina dopo. Gli ho consigliato quindi di provare a sentire altri studi. Dopo aver riagganciato ci ho rimuginato un po’ e avevo il timore che si trattasse di qualcosa di importante così ho riferito al dottor Cristian Mazzarini, titolare dello studio, e alla dottoressa Lucia Bulegato, che in quel momento si trovava con lui». È stata proprio lei ad avere l’intuizione: quel sintomo non andava sottovalutato perché poteva essere indice di un grave problema cardiaco. L’odontoiatra parlava per esperienza: le era già capitato, in passato, un caso simile con un altro paziente. Peraltro i dolori alla mandibola, nel caso di dissezione dell’aorta, non sono tra i sintomi più comuni. Eppure la dottoressa ha capito al volo il possibile rischio che si celava dietro un dolore in apparenza banale. La dissezione aortica, infatti, è una malattia spesso fatale, in cui lo strato interno della parete del vaso sanguigno si lacera e si separa dallo strato intermedio, a causa dell’elevata pressione arteriosa. Non c’era quindi un minuto da perdere: quell’uomo doveva essere sottoposto subito a tutti gli accertamenti del caso. «L’ho richiamato - prosegue la segretaria - raccomandandogli di andare subito in pronto soccorso». Il pensionato, che nel frattempo si sentiva il fiato corto, ha telefonato al 118. Un paio di minuti dopo era a bordo dell’ambulanza.
L’INTERVENTO
Una volta arrivato al pronto soccorso del Ca’ Foncello di Treviso, è stato visitato da un cardiochirurgo e sottoposto a due elettrocardiogrammi (Ecg) nel giro di un’ora. Il responso del secondo Ecg non lasciava spazio a dubbi: c’era una dissezione all’aorta. Andava operato d’urgenza: dieci minuti dopo era in sala operatoria. Salvato, appena in tempo. Adesso è impegnato nella riabilitazione in una clinica di Motta di Livenza. Una delle prime cose che ha fatto, superata l’operazione, è stato ringraziare lo studio dentistico. «Mi avete salvato la vita, vi sono immensamente grato - ha detto trattenendo a stento la commozione -. Avevo due ore di vita e se nessuno mi avesse suggerito di chiamare i soccorsi probabilmente non avrei dato così tanto peso a quel malessere». L’intenzione è quella di incontrare di persona i suoi “salvatori” non appena le sue condizioni fisiche lo permetteranno. Nei giorni precedenti il 70enne, che gode di buona salute, non aveva avuto nessuna avvisaglia. E quella mattina aveva giocato a tennis, segno che si sentiva bene. «Ci è capitato più di una volta di intercettare disturbi di cui i pazienti stessi erano all’oscuro - spiegano dallo studio dentistico - si tratta soprattutto di ipertensione. Crediamo che il dentista, avendo la possibilità di vedere costantemente i pazienti, possa svolgere un’attività di prevenzione primaria importante. Facciamo un’anamnesi molto approfondita prima di svolgere interventi anche di routine e questo ci permette di intercettare eventuali problemi e indirizzare i pazienti per accertamenti e cure». Proprio la scrupolosità, applicata anche alle telefonate, ha salvato la vita al pensionato.