Ospedale Covid: reparti trasformati in tempi record dalla Setten

Venerdì 10 Aprile 2020 di Carlo Macor
La squadra della Setten
Riconsegnare integri i reparti a cui stavano lavorando, pronti per ospitare, in tempi brevissimi, i nuovi malati: questa la necessità emersa dopo la decisione presa dalla Regione lo scorso 20 marzo di trasformare quello di Vittorio Veneto in un Covid-Hospital. A farsene carico sono stati gli uomini della Setten Genesio, impresa di costruzioni di Oderzo che dal 2019 è al lavoro per l’adeguamento sismico dell’ospedale.
LA SFIDA
«Abbiamo vinto un appalto, certo – dice Francesco Cover, direttore tecnico di cantiere dell’impresa – ma prima di tutto ci tenevamo a dare una mano. Non volevamo, tirarci indietro: per convertire i reparti c’era bisogno del nostro lavoro. Abbiamo fatto tante riunioni con gli operai e siamo stati chiari: chi non se la sentiva poteva tornare a casa, senza rimproveri o conseguenze, restava solo chi se la sentiva. Sono restati tutti». In poco tempo gli operai hanno completato una decina di camere dove erano in corso la demolizione di solai, pavimenti impianti e controsoffitti oltre ad aver messo mano anche a otto sale d’aspetto in altrettanti piani del blocco A. «Il tutto - spiega Cover - è stato effettuato avendo a disposizione quindici uomini rispetto ai trentacinque che avremmo impiegato in condizioni normali per portare a termine l’intervento, ma abbiamo accelerato per riconsegnare velocemente gli spazi, grazie anche al capocantiere Giovanni Spiga che ha saputo dare le informazioni giuste e gestire la cosa in modo chiaro e veloce. Siamo stati messi nelle condizioni di riorganizzarci velocemente e lo abbiamo fatto: abbiamo lavorato anche nel weekend e comunque sempre, quando era possibile, cercando di essere presenze silenziose in una struttura dove la situazione imponeva ancora maggiore attenzione e rispetto».
LE MODALITÀ
Nello svolgimento dei lavori l’impresa opitergina ha dovuto adattare il cantiere, che è stato riorganizzato sulla base delle nuove disposizioni di sicurezza: mai più di una squadra nello stesso spazio, rispetto della distanza di sicurezza, utilizzo dei dispositivi sanitari mascherine FFP2, guanti, occhiali, visiere e guanti. Due box di cantiere sono stati dedicati alla mensa e i tavoli disposti in modo tale che le persone potessero rispettare il distanziamento. «Per i pasti ci siamo appoggiati a un ristoratore locale, Gennaro 2000 - racconta Cover - che ogni giorno ci portava in ospedale il pranzo, sempre nel rispetto di tutti le norme di sicurezza. Paura? Abbiamo avuto quella giusta per non fare cose sbagliate. Abbiamo agito da squadra e ce la stiamo facendo».
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