Allarme vaccini antinfluenzali, i farmacisti: «Scorte non adeguate all'aumento delle richieste»

Giovedì 24 Settembre 2020 di Roberta Merlin
INFLUENZA STAGIONALE Per non confondere i sintomi con il coronavirus è necessario vaccinarsi
ROVIGO Tosse, raffreddore, febbre alta. Sarà Covid o influenza stagionale? Una domanda che, con l’arrivo dell’autunno, sta preoccupando molti polesani, pronti a vaccinarsi contro il virus dell’influenza. Anche chi non si è mai vaccinato, in questi giorni, si sta infatti recando in farmacia per chiedere se è possibile prenotare il vaccino e, soprattutto, se ci saranno dosi a sufficienza anche per le cosiddette “fasce non deboli”, per le quali invece la somministrazione gratuita avviene dal medico di base.
I FARMACISTI
«Quest’anno – spiega il presidente di Federfarma di Rovigo, che raggruppa 84 farmacie private della provincia, nonché vicepresidente di Federfarma Veneto Claudia Pietropoli - la vaccinazione antinfluenzale sarà fondamentale per agevolare la diagnosi di Covid-19 e gestire i casi sospetti, soprattutto considerando l’attuale ripresa dell’epidemia. Sarà dunque importante vaccinare, oltre ai soggetti a rischio, la maggior parte della popolazione attiva per evitare il congestionamento della sanità territoriale. Per questo Federfarma, attraverso la rete delle farmacie associate, offre la massima disponibilità a collaborare con le istituzioni per incrementare i livelli di copertura vaccinale».
SCORTE DI DOSI
Il timore dei farmacisti è quello però di non riuscire a garantire il vaccino a tutti coloro che, dal momento della distribuzione delle dosi prevista tra metà e fine ottobre, si presenteranno al bancone. «Quest’anno le Regioni, su input del Ministero, hanno aumentato le scorte di vaccini antinfluenzali per fare meglio fronte all’emergenza Covid – spiega Pietropoli - Ci sarà il 51% di dosi in più. Le aziende farmaceutiche, di conseguenza, si trovano in difficoltà a garantire alle farmacie, alle quali si rivolgono tutti coloro che vogliono comunque vaccinarsi anche se non compresi nelle fasce a rischio, le dosi necessarie per rispondere alle esigenze dei singoli territori. In Veneto, ad esempio, lo scorso anno sono stati venduti in farmacia circa 61mila vaccini, quest’anno, benché l’emergenza Covid triplicherà quasi probabilmente le richieste, le dosi attualmente a disposizione delle farmacie del Veneto sono solo circa 20 mila».
L’APPELLO
«Già a luglio – spiega la numero uno di Federfarma Rovigo-, abbiamo chiesto, senza però ottenere riscontro, di essere coinvolti nella distribuzione. Dopo una seconda segnalazione di Federfarma ai primi di agosto, dove comunicavamo il sentore della possibile carenza di dosi a disposizione delle farmacie, il Ministero ci ha assicurato, nero su bianco, che recupererà le dosi mancanti dal mercato estero con una successiva validazione dell’Aifa del vaccino che verrà distribuito alle farmacie del territorio attraverso i nostri grossisti». «Abbiamo inoltre chiesto – spiega Pietropoli – che vi sia una distribuzione equa dei vaccini in tutte le farmacie del territorio, in base ovviamente alla richiesta. Anche la piccola farmacia deve infatti garantire la copertura vaccinale in base alla domanda del territorio».
LA SOMMINISTRAZIONE
Nel frattempo, anche i farmacisti polesani stanno frequentando dei corsi al fine di acquisire le competenze per somministrare direttamente i vaccini ai cittadini. In tale prospettiva, Federfarma ha chiesto l’adozione di un provvedimento legislativo che abiliti espressamente il farmacista a inoculare i vaccini, come del resto già avviene in molti Paesi dell’Unione Europea, anche nell’ottica di future campagne vaccinali anti-Covid. Peraltro, molte farmacie sono anche strutturate per consentire, nei propri locali, la somministrazione del vaccino da parte di un infermiere. «Chi acquista il vaccino il farmacia – spiega la presidente di Federfarma – deve comunque farselo somministrare da un medico o da un infermiere: noi farmacisti abbiamo tutti i requisiti per farlo e stiamo frequentando dei corsi per gestire anche eventuali reazione avverse che comunque possono verificarsi in caso di vaccinazione nei soggetti che si sottopongono per la prima volta a questo tipo di vaccinazione».
TEST SIEROLOGICI
Presto in farmacia, inoltre, sarà possibile effettuare il test sierologico relativo al Covid-19. «Appena ci sarà una validazione dei test sierologici con una maggiore sensibilità - conclude la portavoce dei farmacisti della provincia di Rovigo - le farmacie saranno in grado di garantire anche questo servizio con la massima privacy per chi si sottopone all’indagine, in quanto i referti vengono inviati attraverso la tessera sanitaria direttamente al medico di base e all’Ulss».
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Ultimo aggiornamento: 08:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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