Oblò trasparenti sul liston per​ mostrare le antiche vestigia sotto la piazza

Domenica 27 Giugno 2021 di Ilaria Bellucco
LENDINARA Il cantiere per il rifacimento della piazza che è stato teatro dei ritrovamenti

LENDINARA Due “oblò” lasceranno vedere il pozzo seicentesco e le fondamenta ritrovate sotto il liston di piazza Risorgimento durante i lavori per il restauro.

Nel frattempo il cantiere procede a passo spedito per restituire alla città il suo cuore rinnovato. 

Si stanno definendo le modalità con cui il Comune, seguendo le indicazioni della Soprintendenza di Verona, porterà avanti l’opera offrendo agli interessati la vista del sito medioevale sottostante. La rimozione dei blocchi di trachite dei Colli Euganei da parte della ditta incaricata ha portato alla luce quelle che, secondo i primi riscontri oltre che per logica, sarebbero le fondamenta della vecchia sede della Cassa di risparmio, demolita negli anni ‘50 insieme a un altro edificio, per dare un diverso respiro alla piazza e costruire il lastricato rialzato. Le operazioni hanno richiesto l’intervento di due archeologi della Soprintendenza di Verona per appurare la natura di ciò che è stato ritrovato e hanno incuriosito non poco i lendinaresi, che scrutano attraverso le recinzioni della grande area di cantiere che occupa anche parte della carreggiata davanti al municipio. C’è anche chi pensa che per la questione i lavori richiederanno più tempo di quanto prospettato, ma il sindaco Luigi Viaro rassicura sul fatto che per metà settembre il cantiere sarà concluso come previsto e spiega come si procederà. 


«La Soprintendenza non ci ha imposto nessuno stop, infatti i lavori stanno regolarmente procedendo per l’altra parte del liston con la gettata di cemento che costituirà il fondo per i blocchi in trachite – spiega Viaro –. Parte dei resti dell’ex cassa di risparmio saranno coperti da un telo prima di fare la gettata, l’altra parte sarà invece evidenziata». 
Si vorrebbe cioè realizzare nel liston delle sezioni in vetro per poter lasciar intravedere ciò che c’è sotto. «Pensiamo a due “oblò” per mostrare una parte delle fondamenta e anche il vecchio pozzo, probabilmente del Seicento. Un tempo era al centro della piazza, all’epoca molto più ampia – spiega il sindaco – Accanto metteremo una bacheca che darà alcune informazioni in merito, in modo che resti traccia di ciò che c’è sotto il lastricato». Mancano ancora alcune verifiche da parte degli archeologi incaricati, che dovranno eseguire ulteriori rilievi con l’ausilio di un drone. Martedì il sindaco e i tecnici incontreranno i referenti in Soprintendenza per avere la relazione dettagliata stesa dagli esperti, in cui sarà precisata anche la datazione di quanto venuto alla luce.

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