La Fiera d'Ottobre appesa a un filo: il nuovo decreto Covid può farla saltare

Martedì 13 Ottobre 2020 di Alberto Lucchin
Bancarelle e visitatori alla Fiera d'Ottobre di Rovigo

ROVIGO. Amministrazione comunale con il fiato sospeso per le sorti della Fiera d’Ottobre. Il sindaco Edoardo Gaffeo e l’assessore al Commercio Patrizio Bernardinello rivelano di essere in attesa di leggere il nuovo decreto del presidente del Consiglio dei Ministri per stabilire cosa fare del tradizionale appuntamento del capoluogo polesano. L’organizzazione di questa manifestazione non si è mai fermata in queste ultime settimane, nonostante i contagi da Covid-19 siano raddoppiati. Mentre altri Comuni hanno annullato le proprie centenarie fiere cittadine, come la Fiera dei Santi a Monselice, quella del Tresto a Ospedaletto Euganeo e la Fiera di San Martino a Piove di Sacco, solo per citare alcune delle città venete che hanno rinviato al 2021 gli eventi proprio per evitare assembramenti e potenziali fonti di diffusione del virus, Rovigo prosegue imperterrita nell’organizzazione del suo tradizionale appuntamento autunnale.
IN ATTESA DEL DECRETO
L’Amministrazione comunale attende eventuali imposizioni dall’alto attraverso il prossimo decreto, ma nel frattempo sembra non sortiscano alcun effetto le raccomandazioni del Governo, sia del premier Giuseppe Conte che del ministro della Salute Roberto Speranza, affinché i cittadini (inclusi, quindi, gli amministratori locali) evitino il più possibile di diffondere il Coronavirus attraverso feste o ritrovi in luoghi affollati. Il primo cittadino Gaffeo assicura che nulla è preso sotto gamba, ma che in ogni caso tutto dipenderà dalla pubblicazione ufficiale del Dpcm, attesa per oggi o al massimo domani. «Ho parlato con il prefetto Maddalena De Luca: aspettiamo il decreto e poi faremo le dovute valutazioni - afferma il primo cittadino - Faremo uno studio e una valutazione insieme alle forze dell’ordine e alla Prefettura, tenendo conto di tutte le normative. Nel frattempo siamo andati avanti sul piano sicurezza della fiera e del luna Park. Siamo tranquilli, se non dovessero esserci restrizioni particolari si andrà avanti, dovessero essercene, faremo le nostre valutazioni. Farle prima del tempo sarebbe la cosa peggiore».
Anche l’assessore Bernardinello è dello stesso parere: «Stiamo aspettando di valutare le disposizioni che arrivano da Roma con il Dpcm, con quello che dice di fare. Nessuno vuole mettere a rischio la salute delle persone, stiamo cercando di dare una mano a chi deve lavorare - assicura - Vediamo di capire l’evoluzione della pandemia e poi prenderemo le dovute decisioni. Se si farà, la Fiera sarà in sicurezza. Però, ripeto, siamo di fronte ad una pandemia, nessuno ha la sfera di cristallo e quindi facciamo i giusti ragionamenti, adottando le massime precauzioni».
GIOSTRE AL CENSER
Intanto, nel parcheggio del Censer, alcuni giostrai hanno già parcheggiato i mezzi con a bordo le giostre. Se il Tagadà o la giostra della paura saranno poi effettivamente allestite o meno lo si saprà quindi solo nei prossimi giorni. In questo mese tradizionalmente in Veneto si svolgono numerose fiere cittadine, con bancarelle e luna park. In provincia di Padova sono parecchi i Comuni che ne hanno una, ma tutti hanno deciso di rinunciarvi. A circa 20 chilometri dal Polesine, Monselice ha deciso di rinviare la Fiera dei Santi al 2021. Da sempre, si tiene circa una settimana dopo quella di Rovigo e ospita giornalmente fra le 30mila e le 50mila persone: là l’Amministrazione Bedin non se l’è sentita di mettere a rischio i monselicensi con un evento così grande in una cittadina che offre un centro storico piuttosto ristretto. Altrettanto si può dire della Sagra del Tresto, dove il Comune di Ospedaletto ha deciso di rinunciare ad organizzare una fiera che nei suoi nove giorni di durata attira migliaia e migliaia di persone.
SPAZI AMPI
Ad essere onesti, però, si tratta di considerare spazi che non sono equiparabili. La superficie dedicata al percorso fieristico rodigino è distribuita su una zona ben più ampia, ma ciò non toglie che Rovigo, qualora si svolga poi la Fiera, dovrà gestire un flusso di pubblico enorme, stimato in 30mila persone al giorno, che sarà comunque arduo mantenere distanziate.
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