Export, boom di vendite verso Usa e Canada trainato da farmaci, pesce e crostacei

Giovedì 22 Aprile 2021 di Elisa Barion
EXPORT DA RECORD Prodotti ittici su tutti stanno trainando il commercio con l'estero polesano

ROVIGO - Un 2020 da dimenticare, ma non per tutti: prodotti farmaceutici, produzioni ittiche e agricole e strumenti medicali “salvano” l’economia polesana nell’anno più buio degli ultimi 75 anni, segnato dalla profonda crisi generata dalla pandemia mondiale di Covid-19.

E così, per una volta, la provincia di Rovigo non si ritrova ad essere il fanalino di coda del Veneto, facendo i conti con indicatori economici negativi. Al contrario, in questo caso, il Polesine svetta nel campo dell’export, cresciuto di 490 milioni di euro nel 2020, per una percentuale pari a +29,5%, con Stati Uniti e Canada tra i principali Paesi di destinazione dei prodotti “made in Polesine”. I numeri, seppur provvisori, emergono da una elaborazione effettuata dall’Associazione artigiani e piccole imprese Cgia di Mestre sulla base dei dati Istat 2020 non ancora definitivi, e sono stati condivisi con Confartigianato Polesine.


LA CRESCITA
Ed è proprio sulla base dei dati emersi dallo studio che la Cgia, prima di addentrarsi in un’analisi dettagliata degli indicatori, evidenzia un dato generale: «Se nel 2019 le vendite all’estero delle merci e dei servizi prodotti nella provincia rodigina ammontavano a 1,6 miliardi, l’anno scorso la soglia è salita a 2,1 miliardi». Una sorpresa, insomma, se si considera che «da sempre la provincia di Rovigo non ha mai avuto una grande vocazione all’export». Tuttavia, prosegue l’analisi della Cgia, «il settore produttivo ha dato una dimostrazione di grande reattività, anche se va segnalato che l’exploit è stato ottenuto, in particolar modo, grazie al settore farmaceutico, che nell’area del Delta presenta alcune grosse multinazionali».


IL CONFRONTO
Sempre sulla base dei dati generali, la reattività dell’export polesano nel 2020 balza ancor più agli occhi se si guardano gli indicatori delle altre province venete, oltre alla media regionale e nazionale, tutti con il segno meno: la perdita maggiore la segna Belluno, che registra una variazione percentuale dell’export nel 2020 pari a -21,8%, seguita da Padova (-12,1%), quindi Vicenza (9,4%), Venezia (-9,1%), Treviso (-7,3%) e Verona (-4,2%), mentre la variazione regionale segna un -8,2% e quella nazionale -9,7%.


IL FRONTE NEGATIVO
In questo contesto, dunque, il Polesine può esultare? In realtà no, perché anche il trend incoraggiante della provincia di Rovigo presenta un neo: «Sebbene nel 2020 la variazione provinciale sia stata preceduta dal segno più – prosegue Cgia -, i principali settori tradizionalmente vocati all’export hanno comunque subito forti contrazioni: i prodotti chimici (-11,8%), i macchinari (-11,5%), l’alimentare (-8,8%), la gomma e la plastica (-6%)».


PRODOTTI FARMACEUTICI
Straordinaria, invece, come detto, la performance dei prodotti farmaceutici, che hanno visto aumentare le esportazioni del 178,8%. In termini assoluti il valore delle vendite all’estero di questo settore ha toccato gli 850,5 milioni di euro. Un importo che sfiora il 40% del valore complessivo di tutte le esportazioni realizzate l’anno scorso. Altrettanto significativo è stato l’andamento dei prodotti agricoli come ortaggi e zucchero, ma anche pesce, crostacei, molluschi, che sono aumentati del 14,9%, l’occhialeria e strumenti medicali che hanno segnato un significativo +110%.
«Sulla scorta dell’analisi fatta dalla Cgia di Mestre - commenta Marco Campion, presidente di Confartigianato Polesine -, nel 2020 lo sbocco principale dell’export polesano è diventato quello statunitense, cresciuto del 236%». Agli Usa, secondo i numeri, si affianca poi il mercato canadese cresciuto tra il 2019 ed il 2020 del 407,4%. «Bene anche la spinta del mercato tedesco – riprende Campion -, che, nonostante l’incremento del 5,4% è sceso al secondo posto. Seppur in calo del 4,2%, il mercato francese rimane al terzo posto per destinazione delle vendite. In forte ascesa, infine, quello brasiliano che l’anno scorso è salito al quarto posto con un incremento rispetto al 2019 dell’84,1%».
 

Ultimo aggiornamento: 08:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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