Covid in carcere, contagiati detenuti e agenti di polizia penitenziaria

Giovedì 11 Marzo 2021 di Francesco Campi
CASA CIRCONDARIALE Il contagio sta dilagando nel carcere di Rovigo

ROVIGO - Il Covid si fa strada anche in carcere, con le porte che si chiudono non solo in uscita, ma anche in entrata. Il tutto apparentemente in sintonia con l’adagio popolare che parla di porte, di stalle e di buoi. Perché, se proprio ieri sono iniziate le somministrazioni di vaccino ai detenuti, che saranno seguiti a ruota già nelle prossime ore dal personale della polizia penitenziaria, la scorsa settimana è scoppiato un focolaio all’interno della casa circondariale di Rovigo.
FOCOLAIO NELLE CELLE
Un focolaio consistente, il cui perimetro sembra essere stato circoscritto a un totale di 26 casi, 21 fra i detenuti e 5 fra gli operatori, più precisamente quattro agenti di polizia penitenziaria e un impiegato amministrativo. Tutti i detenuti con positività sono stati trasferiti nell’apposita area di isolamento, uno però, nei giorni scorsi, aveva presentato un quadro sintomatologico abbastanza preoccupante così da portare al suo ricovero: per alcuni giorni è stato piantonato nel reparto di Malattie infettive all’ospedale di Rovigo, con difficoltà ulteriori visti i ranghi già ridotti a causa dei contagi fra gli agenti di Polizia penitenziaria. A Rovigo l’area di isolamento, prevista dagli appositi protocolli, ha una capienza di 34 posti, ma una così massiccia presenza nelle aree Covid complica le operazioni di filtro che sono attivate nel caso di nuovi ingressi.
AREA ISOLATA
Secondo la circolare organizzativa, infatti, all’interno di ogni istituto è stato realizzato un reparto isolamento in cui collocare i detenuti appena arrestati e i detenuti provenienti da altri istituti di pena, in attesa dell’esito del tampone, e anche i detenuti che risultino positivi al Covid. Il fatto che sia stata saturata con la ventina di positivi “interni” ha fatto sì che venisse deciso, come era già successo nei mesi scorsi in altre realtà, come a Venezia, il blocco agli ingressi: al momento nella struttura carceraria rodigina, quindi, non entra più nessuno. In caso di arresti, quindi, la struttura di riferimento diventa il carcere Due Palazzi di Padova o, in alternativa, il carcere di Verona Montorio. In questo momento, con l’ultimo dato aggiornato al 28 febbraio, nella casa circondariale di Rovigo si trovano 200 detenuti, 79 dei quali stranieri.
CAPIENZA MASSIMA
Sostanzialmente, quasi la capienza massima, prevista a quota 208, e un numero fortunatamente inferiore rispetto a quello dei 258 detenuti che si trovavano reclusi esattamente un anno fa, quando la situazione si era fatta esplosiva. Proprio nel marzo dello scorso anno, al primo dilagare del virus ancora di fatto sconosciuto, su indicazione della direzione dell’Ulss erano state individuate stanze di isolamento nell’area sanitaria, per tenere sotto controllo eventuali detenuti con sintomi sospetti, ed era stata allestita una tensostruttura all’ingresso dove, allora, il personale sanitario dell’Ulss eseguiva un triage con misurazione della febbre a tutte le persone in ingresso.
AMBIENTE PROTETTO
«Il personale, sia medico che infermieristico, sta facendo un grande lavoro sia clinico che psicologico, gli infermieri, durante il giro di terapia e quando i detenuti vengono in area sanitaria li sostengono anche a livello umano», aveva sottolineato al tempo l’ormai ex direttore generale dell’Ulss Polesana Antonio Compostella. «Non si sa al momento quale possa essere stato il canale d’ingresso del virus – sottolinea Gianpietro Pegoraro della Fp Cgil penitenziari –, però ora la situazione sembra essere sotto controllo. Tutti sono stati sottoposti a un doppio giro di tamponi. E finalmente sono iniziate anche le vaccinazioni, ma questo focolaio è l’evidente conferma di come il carcere, per le sue caratteristiche, dovesse essere raggiunto prima dalla campagna vaccinale».
DETENZIONE DOMICILIARE
I contagi aggiungono difficoltà a difficoltà, è un cane che si morde la coda: in un simile momento, per i reati minori bisognava aumentare ulteriormente il ricorso alla detenzione domiciliare».
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Ultimo aggiornamento: 07:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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