Dietrofront del Veneto sul voto pro-Crimea: imbarazzo della Lega

Approvato un ordine del giorno del Pd che sconfessa l'appello a Putin del 2016

Mercoledì 30 Marzo 2022 di Angela Pederiva
Stefano Valdegamberi e Roberto Ciambetti
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VENEZIA - Dietrofront del Veneto sul sostegno alla Russia nell'annessione della Crimea.

A portare la maggioranza zaian-leghista ad ingranare di fatto la retromarcia, rispetto alla discussa risoluzione approvata nel 2016, è stato ieri il Partito Democratico, proponendo insieme al resto dell'opposizione giallo-rosso-verde in Consiglio regionale un ordine del giorno che nel merito sconfessa la deliberazione di allora. Palpabili la rabbia e l'imbarazzo all'interno del centrodestra: i filo-russi Stefano Valdegamberi del Misto e Luciano Sandonà della Lega sono figurati temporaneamente assenti al momento del voto, mentre i Fratelli d'Italia non lo hanno espresso, in una giornata che ha visto iniziative analoghe anche in Lombardia e in Liguria.


I TESTI

Già all'epoca il Nordovest aveva imitato il Nordest nel supporto a Mosca, bersaglio delle sanzioni Ue dopo quello che era stato definito «il riconoscimento del principio di autodeterminazione» da parte della Crimea. Indubbiamente però era stato il Veneto il simbolo di quella mobilitazione, con tanto di visita ufficiale a Yalta, guidata dal presidente dell'assemblea legislativa Roberto Ciambetti. In questo quadro il 18 maggio 2016 era stato licenziato il testo che impegnava lo stesso Ciambetti, oltre che il governatore Luca Zaia, «ad attivarsi presso il Governo ed il Parlamento Nazionale e le Istituzioni Europee per la revisione dei rapporti tra l'Unione Europea e la Federazione Russa, evidenziando i danni irreversibili alla nostra economia provocati dalle loro scelte scellerate ed irresponsabili». Parole che sono state ritenute incompatibili dai dem, e dalle altre minoranze, con il documento approvato da Palazzo Ferro Fini lo scorso 2 marzo, quello che «condanna l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia», «esprime solidarietà e vicinanza al popolo ucraino» e chiede «un immediato cessate il fuoco, che porti al ritiro delle truppe russe e alla ripresa di un dialogo favorito dall'Unione Europea».


LE SCINTILLE

Ecco quindi l'ordine del giorno depositato ieri dai consiglieri regionali Giacomo Possamai, Vanessa Camani, Jonatan Montanariello, Francesca Zottis, Anna Maria Bigon e Andrea Zanoni (Pd), ringraziati per questo dal segretario veneto Andrea Martella, nonché Erika Baldin (Movimento 5 Stelle), Arturo Lorenzoni (Misto), Elena Ostanel (Il Veneto che vogliamo) e Cristina Guarda (Verdi), a corredo del progetto di legge sulla promozione dei diritti umani presentato dalla leghista Laura Cestari (e varato all'unanimità). «Con questo provvedimento impegniamo la Giunta a non considerare valido il contenuto della risoluzione di sei anni fa», ha spiegato il capogruppo dem Possamai. Ma in aula sono volate scintille. «È da condannare un'invasione armata, ma in Crimea non c'è stata alcuna guerra», ha affermato Valdegamberi. «Vogliamo usare il senno del poi? Perfetto, ma usiamolo per tutti, per i consiglieri regionali di allora e per i segretari di partito», ha aggiunto Alberto Villanova, presidente dell'intergruppo Lega-Liga, citando le dichiarazioni passate di Enrico Letta e Matteo Renzi, che da presidenti del Consiglio avevano rimarcato l'importanza delle relazioni commerciali con la Russia di Vladimir Putin. La proposta delle opposizioni è stata definita «pretestuosa» e «inutile», Ciambetti l'ha ritenuta «un tentativo di strumentalizzare una tragedia come quella vissuta dalle vittime di questa guerra», Raffaele Speranzon ha annunciato che Fdi non avrebbe partecipato al voto pur «rimanendo fermo sulle proprie posizioni di condanna dell'invasione russa», il leghista Giuseppe Pan ha aggiunto che in materia di diritti umani bisognerebbe piuttosto introdurre «la pena di morte» per il marocchino che ha ucciso l'anziano di Pieve di Soligo. Malgrado defezioni e distinguo, tuttavia, alla fine 36 voti favorevoli sono saltati fuori. «Altrimenti sui giornali  ha concluso lo stesso Pan noi passiamo come leghisti, cattivi, sovranisti, putiniani...».

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