Terzo mandato, Calderoli: «I tempi adesso sono maturi». Al Festival delle Regioni polemica sull’Autonomia. L’anno prossimo tappa in Veneto

«Non capisco perché posso fare il parlamentare per nove volte, ma i governatori no»

martedì 22 ottobre 2024 di Alda Vanzan
Terzo mandato, Calderoli: «I tempi adesso sono maturi». Al Festival delle Regioni polemica sull’Autonomia. L’anno prossimo tappa in Veneto

Terzo mandato per i sindaci e per i presidenti di Regione, forse i tempi sono «maturi» per una revisione dei limiti. Lo ha detto il ministro Roberto Calderoli intervenendo al Festival delle Regioni a Bari. «Come partito e personalmente - ha detto - sono sempre dell'idea che il numero dei mandati sia legato al voto dei cittadini.

Non capisco perché io possa fare per nove volte il parlamentare e un sindaco o un presidente di Regione debba invece fermarsi a due mandati. Saranno gli elettori a deciderlo».


Sul tema è intervenuto anche il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, che, in assenza di deroghe o modifiche normative, dal prossimo giro non potrà più candidarsi: «Il terzo mandato non compete a me, al momento - ha detto Zaia -. Dopodiché questa è una anomalia tutta italiana e riguarda le uniche due cariche elette dai cittadini. Dire che si bloccano a due i mandati dei sindaci e dei presidenti di Regione perché così si blocca la creazione di centri di potere è come dare degli idioti ai cittadini che li eleggono, dal momento che gli stessi cittadini hanno dimostrato in più occasioni di mandare tranquillamente a casa, già dopo il primo mandato, sindaci e governatori. E di questi casi c'è una lista infinita. Mentre invece fare il presidente del consiglio, il parlamentare, l’assessore regionale a vita, ecco, questo non solleva le stesse obiezioni».
Di tutt’altro avviso il capogruppo dei dem al Senato, Francesco Boccia: «Il Pd si è già espresso, così come anche Fratelli d'Italia, dicendo no al terzo mandato perché per le cariche monocratiche non ci può essere una concentrazione di potere per più di due mandati».
Quanto alle elezioni, starebbe prendendo piede l’ipotesi di posticipare alla primavera del 2026, anziché andare alle urne nell’autunno del prossimo anno, il rinnovo dei consigli regionali. Il che in Veneto comporterebbe la fine della legislatura a dopo le Olimpiadi.


IL CONFRONTO


Al Festival delle Regioni ha tenuto banco anche il tema dell’Autonomia differenziata. Ed è stata polemica. Durante l'inaugurazione alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, i rappresentanti degli enti locali avevano infatti deciso di non affrontare la questione, nel nome «dell'unità nazionale». Ma, anche incalzati dalle domande dei cronisti, non hanno risparmiato le critiche. Il più incisivo il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, che rivolgendosi a Calderoli in platea ha detto di essere «commosso» dopo aver sentito le sue rassicurazioni sulle risorse per garantire i livelli essenziali delle prestazioni (Lep). Poi gli ha ricordato che la legge sull'autonomia «non prevede costi aggiuntivi per lo Stato: non so come si conciliano le due cose, comincio ad avere qualche dubbio». Dal palco Calderoli aveva sottolineato che, «piaccia o meno l'autonomia», i «livelli concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti a tutto il territorio nazionale sono un obbligo» al quale si sta lavorando. Entro «fine anno, si spera», saranno definiti «anche i relativi costi e fabbisogni standard». Quindi l'invito del ministro a «mettere da parte le ideologie di destra e sinistra». Con la precisazione, a distanza, del ministro Nello Musumeci sulla sua materia della Protezione civile: «È sicurezza nazionale, uno standard che non può essere delegato».


LA STAFFETTA


L'anno prossimo il festival delle Regioni sarà in Veneto: lo ha annunciato il governatore Luca Zaia. «Qui in Puglia sento di raccogliere il testimone per portare avanti questo importante appuntamento annuale. Un evento che mette in evidenza il ruolo delle Regioni e delle Province autonome nel rapporto tra istituzioni e cittadini, di cui siamo i veri interlocutori. Un ruolo di primaria importanza nell'organizzazione della Repubblica - ha proseguito Zaia - che chi come me crede nell'autonomia differenziata, finalmente legge, vuole sia ancora più incisivo».

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