Il Pd e il giallo del sondaggio:
troppo negativo, secretiamolo

Martedì 7 Ottobre 2014 di Alda Vanzan
Roger De Menech, segretario del Pd veneto
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VENEZIA - Il Partito democratico ha commissionato un sondaggio a Swg, ma l'esito delle interviste - eseguite la settimana scorsa - è stato di fatto secretato. Uno dei motivi della mancata divulgazione degli esiti della rilevazione è che la candidata a sfidare il governatore uscente, nonostante la popolarità, è ben distanziata. Volendo ricorrere a un confronto geografico, qualcuno che conosce l'esito del sondaggio, azzarda un paragone: si potrebbe dire che oggi tra Alessandra Moretti e Luca Zaia c'è una distanza pari a quella tra Milano e Palermo. Oltre 12 punti percentuali. Certo, il Pd ha il vento a favore, esiste un rilevante effetto Renzi in Veneto, ma nel confronto l'europarlamentare democratica al momento risulta svantaggiata.

Null'altro è emerso dal sondaggio commissionato dal Pd. Il partito di Matteo Renzi e di Roger De Menech ha deciso di non rendere pubblica la rilevazione, ragion per cui l'indagine non è stata pubblicata sul sito del Governo (www.sondaggipolitocoelettaorali.it): i sondaggi devono essere obbligatoriamente pubblicati sul sito solo se il committente decide di renderli noti. Se rimangono in un cassetto, non serve metterli online. Del resto, alle elezioni mancano ancora parecchi mesi, facile che si vada alle urne ad aprile anziché marzo, quindi - è il ragionamento interno al Pd - c'è tutto il tempo per recuperare lo svantaggio. Anche perché Alessandra Moretti non deve farsi conoscere, ha già una popolarità alta. L'obiettivo, dunque, è partire subito con la campagna elettorale. Ma il fatto che esista un sondaggio e che venga celato, non piace a tutti nel partito. «A me giovedì scorso il vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini ha detto che non c'erano sondaggi, ma che sarebbero stati fatti - dice la deputata Simonetta Rubinato - Ma se ci sono, se sono stati commissionati e pagati con soldi pubblici, degli iscritti e degli eletti, vanno resi noti. È questione di trasparenza». «Io ho solo notizie di un'intenzione di commissionare a Swg un sondaggio - dice la parlamentare veronese Alessia Rotta, che in segreteria nazionale ha la delega alla comunicazione - Immagino che ne abbiano parlato al segretario veneto». Roger De Menech, attraverso il suo portavoce, fa sapere di non sapere. A Roma fanno e disfano e manco lo informano?

Ieri, intanto, De Menech ha riunito nella sede del partito a Padova la segreteria regionale. Un primo confronto con alcuni punti fermi. 1) Le primarie per la scelta del candidato governatore si faranno, saranno primarie aperte (cioè potranno votare anche i non iscritti) e di coalizione. 2) Per essere candidati bisognerà avere almeno 4mila firme (a sentire i maligni, più degli attuali iscritti al Pd): una soglia volutamente alta che risolve il problema delle candidature a consigliere dei perdenti. 3) La data delle primarie sarà tra il 23 novembre e il 14 dicembre, possibilmente con le primarie di Venezia e Rovigo. 4) La porta al Ncd resta aperta. Contestata, invece, l'ipotesi delle primarie per i "semplici" consiglieri regionali: il primo a dire che sarebbero assurde è stato il capogruppo al Ferro Fini Lucio Tiozzo: «C'è già la preferenza. E rischiamo arrivare al voto, quello vero, spompati». Da escludere.
Ultimo aggiornamento: 16:42

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