Migranti, l'affondo di Zaia: «Via
​il Nobel per la pace all'Europa»

Lunedì 26 Settembre 2016
Luca Zaia
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VENEZIA - «Dall'Europa ci si aspetta poco. All'Europa toglierei anche il premio Nobel per la pace che gli hanno dato, perché un'Europa che gestisce così la politica migratoria girandosi dall'altra parte non merita il Premio Nobel per la pace». Così il Presidente del Veneto Luca Zaia a Mix24 di Giovanni Minoli su Radio 24.

 



Riguardo al fatto che il premier Matteo Renzi sul tema immigrazione dica «andiamo da soli», Zaia ha risposto: «Se intende andiamo da soli rispetto alla partita dell'immigrazione, noi abbiamo dimostrato col nostro governo nel 2011 di avere avuto 63mila ingressi con la primavera araba e non era stata una partita da poco, e avere rimpatriato 13mila persone. Noi - ha detto poi Zaia - lo stiamo dicendo da anni che bisogna andare da soli, che bisogna gestire questa partita. Il problema è che Renzi ha sempre venduto suggestione rispetto al tema della gestione degli immigrati e oggi siamo al totale caos». Sul fatto infine che il governo che ha scelto di coordinare a Palazzo Chigi tutte le politiche dell'immigrazione, rispondendo a una domanda di Giovanni Minoli, Zaia ha detto: «Che il ministro Alfano sia commissariato da questa decisione penso che l'abbiano capito tutti, ma la cosa più grave è che Renzi avocando a sé tutte queste competenze dimostra che fino a oggi abbiamo sbagliato, anzi hanno sbagliato tutto».

LA PARTITA DEL CENTRODESTRA
«Per come lo pensiamo noi il centro destra non esiste più, nel senso che la politica del futuro, quello che ci aspettiamo, è una politica dove ci sono due grandi correnti di pensiero: quella centralista e quella autonomista, che è quella che pensa che ognuno dovrà avere la propria autonomia diceva Einaudi. Per cui restare relegati in contesti di centro destra o centro sinistra la vedo sbagliata. Cioé non serve essere elettori di centro destra per difendere la legittima difesa».

MAI LEADER DEL CENTRODESTRA
«Io leader del Centro Destra? No, assolutamente no.
E le dirò anche di più: questa è una manfrina». Lo ha ribadito il presidente Zaia a Giovanni Minoli. E a Minoli che domanda "Quindi se glielo chiedono, dice no?" Zaia conferma: «Sì, sì. Assolutamente no». Il Governatore del Veneto risponde poi così a Minoli che promette di ricordargli questa dichiarazione quando lo nomineranno: «Me lo può ricordare a vita. Il problema è che ogni cosa che noi facciamo, che io faccio dal punto di vista di governo regionale, ormai ha tutti i retro pensieri, le seconde letture e quindi rischia di penalizzare noi veneti. Se chiedo una strada la chiedo perché serve ai veneti, non perché dobbiamo fare una campagna elettorale per le primarie del centro destra, questo sia chiaro a tutti».

Ultimo aggiornamento: 17:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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