«Noi di Fratelli d’Italia non escludiamo nulla, neanche che il prossimo candidato governatore del Veneto possa essere un leghista, per il semplice motivo che vogliamo individuare la figura migliore. Questo considerato il fatto che il nostro partito ha preso in Veneto il 37,5% dei consensi alle ultime Europee. Dunque siamo pronti a confrontarci senza nulla imporre, ma anche senza nulla farci imporre». Così Raffaele Speranzon, senatore di FdI, chiarisce le dichiarazioni pubblicate ieri su Il Foglio. «La nostra non è assolutamente una retromarcia - dice - anzi, è un passo in avanti, non indietro, per sedersi al tavolo e cominciare a discutere per individuare il candidato migliore.
Gli umori
Del terzo mandato - che per il governatore in carica Luca Zaia sarebbe il quarto - Fratelli d’Italia non parla proprio. Sulla scelta del candidato governatore, in compenso, il messaggio agli alleati è chiaro: non esiste che i leghisti si presentino al tavolo con una pretesa assoluta, il profilo “migliore” dovrà essere individuato assieme, a nessuno saranno consentiti approcci “predatori”. E la minaccia di una corsa solitaria del Carroccio, magari Liga Veneta e Lista Zaia, non preoccupa: il giorno dopo - raccontano - scatterebbe la reazione, cadrebbero le maggioranze in tutti i Comuni veneti. Eppure, nonostante le aperture di Raffaele Speranzon e prima ancora del collega senatore Luca De Carlo (il coordinatore veneto dei meloniani l’altro giorno ha detto che il candidato governatore «per noi non è una questione di vita o di morte e nemmeno di linea del Piave»), tra i Fratelli la possibilità di cedere Palazzo Balbi alla Lega è ritenuta ancora molto difficile, mentre più chance vengono date a un possibile candidato “civico”.