Oculistica e visite in ritardo: «Il rischio è la cecità»

Giovedì 6 Maggio 2021 di Susanna Salvador
Oculistica e visite in ritardo: «Il rischio è la cecità»

«Attendere alcuni mesi per una visita oculistica può creare danni irreversibili. Pazienti con maculopatia senile o diabetica, per esempio, hanno bisogno di diagnosi e terapia in poche settimane. Per non parlare dei difetti visivi dei bambini che, se vengono riconosciuti entro i sei anni di età possono essere perfettamente corretti e curati; ma se vengono diagnosticati in ritardo o misconosciuti lasciano deficit permanenti per tutta la vita.

Il che significa che se un pediatra nel 2021 rileva un difetto in un bambino di 4 anni e consiglia ai genitori una visita nell'ambito del servizio sanitario regionale e quest'ultimo la fissa nel 2023, la prevenzione non ha più senso». A lanciare l'allarme sono Tullio Frau, coordinatore dello Iapb di Pordenone (onlus internazionale per la prevenzione delle patologie oculari) e componente dell'Unione italiana ciechi, e Maurizio Gismondi, medico oculista che ha lavorato negi ospedali di San Vito, Conegliano, Udine (ora libero professionista), vice coordinatore dello Iapb e associato Uic.


NESSUNA RISPOSTA
Che la situazione del reparto di Oculistica del Santa Maria degli Angeli sia piena di vuoti non è certo un mistero, e la carenza di medici specialisti ha ripercussioni importanti anche sull'Unione italiana ciechi. Che non riesce ad aprire un dialogo costruttivo con l'Asfo. «Purtroppo abbiamo tentato più volte come Iapb di avere un contatto con le autorità sanitarie della provincia e con l'assessorato regionale alla Sanità - sottolineano Gismondi e Frau -. Questo per avere collaborazione e supporto in queste attività di prevenzione, anche anni prima della pandemia, ma non abbiamo mai avuto risposte costruttive. Ultimamente, inoltre - proseguono - da più parti ci sono state segnalate enormi difficoltà nell'ottenere appuntamenti non solo per gli interventi e gli esami diagnostici più avanzati, ma anche per le normali visite oculistiche e per gli esami del fundus che nei diabetici sono essenziali».


LA DIFFERENZA
Frau e Gismondi sono chiari: «Molto spesso la lunga attesa può fare la differenza tra un lieve deficit visivo e la cecità o l'ipovisione grave. Queste ultime rappresentano un importante danno per la persona e un enorme peso economico per la società e per le famiglie di questi sfortunati pazienti. A volte si sente parlare di stipendi risparmiati o di attrezzature non acquistate in nome dei risparmi, ma non si capisce che gli esiti di una cecità costano molto di più». E quindi pesano molto di più sul Servizio sanitario regionale e soprattutto sulla qualità di vita. Le richieste che Gismondi e Frau rivolgono all'Asfo non lasciano spazio a interpretazioni: «La ricostruzione e la riorganizzzione del reparto di Oculistica che deve essere messo in condizioni di dare risposte alla cittadinanza anche con l'utilizzo di convenzioni o di medici ingaggiati a gettone. Come un dialogo più costruttivo con le associazioni di volontariato che spesso nella nostra provincia sono sentite come un inuitile disturbo alla normale attività».

Ultimo aggiornamento: 10:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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