Covid e influenza, l'immunologo: «Nessun rischio a fare i vaccini insieme»

Sabato 30 Ottobre 2021 di Davide Lisetto
Doppio vaccino per l'immunologo non c'è alcun rischio

Il numero di contagi da Covid in repentino aumento da una parte.

L’influenza stagionale che, dopo un anno in cui di fatto non si è manifestata e non ha dunque stimolato l’immunizzazione naturale, potrebbe tornare con una certa aggressività, dall’altra. Per ultrasessantenni e categorie a rischio è scoccata l’ora delle vaccinazioni. Che (finora solo per gli operatori sanitari, poi per gli anziani delle case di riposo ed Rsa) possono anche essere fatte insieme. Due vaccini in contemporanea, uno per braccio nello stesso momento. Ma c’è chi teme la somministrazione in simultanea della terza dose anti-Covid (per la mini-dose richiamo devono essere passati almeno sei mesi dalla seconda) e dell’antinfluenzale.


EFFETTI COLLATERALI
Troppi anticorpi in una sola volta potrebbero avere effetti collaterali più “pesanti” rispetto alla vaccinazione singola distanziata nel tempo? «La somministrazione in contemporanea non è controindicata. Viene suggerita - spiega Massimo Crapis, responsabile dell’Infettivologia dell’Ospedale di Pordenone, che è “fresco” dei due vaccini ricevuti in contemporanea giovedì scorso - per comodità in certi contesti, proprio tra gli operatori sanitari o nelle residenze per anziani. Da un punto di vista scientifico - precisa il medico - sia l’Ema che l’Aifa e anche il ministero della Salute, attraverso il Comitato tecnico-scientifico, hanno chiarito che non vi è alcuna controindicazione».
E per rassicurare i dubbiosi Crapis aggiunge un altro elemento di non poco conto. «Abbiamo l’esempio e i successivi studi relativi al caso Israele. Quel Paese - ricorda l’infettivologo - nei mesi scorsi ha effettuato su una larga parte di popolazione la doppia vaccinazione, la dose booster contro il Covid e l’antinfluenzale. Ebbene, gli studi dimostrano che non vi sono state controindicazioni o particolari casi avversi. Nemmeno rispetto a effetti sintomatici, come dire, amplificati».
Ma vi è un ulteriore argomento a favore della co-vaccinazione. «Per molti anni - sottolinea ancora il responsabile dell’Infettivologia del Santa Maria degli Angeli - alle persone anziane e alle categorie cui è rivolto gratuitamente il vaccino contro l’influenza stagionale si è fatto insieme anche l’anti-pneumococco. Un vaccino che nella vecchia versione si faceva ogni cinque anni, ora con quello più recente basta una volta sola per sempre. Ebbene, in molti anni non si sono mai registrati particolari effetti collaterali».


NON OBBLIGATORIO
Chiariti dunque i dubbi, il medico aggiunge: «Non è comunque affatto obbligatorio fare le due iniezioni insieme. Se qualcuno teme maggiori effetti collaterali previsti e blandi, come qualche linea di febbre o i dolori muscolari che si manifestano solitamente nelle 24, 48 ore successive alla somministrazione, può scegliere di farli in due momenti diversi. Ma, vista la situazione in cui il Covid sta registrando un rialzo mentre l’influenza non è ancora arrivata, è bene fare prima la terza dose anti-Covid e poi la fiala contro l’influenza. È sufficiente - consiglia il medico - lasciare passare una settimana circa, tanto gli eventuali e normali sintomi collaterali, gestibili con il semplice paracetamolo, svaniscono solitamente nel giro di 48 o al più 72 ore».
L’incremento dei casi di infezioni tra operatori sanitari negli ultimi giorni può essere dovuto ai troppi mesi trascorsi dalle prime dosi? «L’aumento dei casi - è la risposta di Crapis - avviene dentro un incremento complessivo. I numeri e i dati sono ancora troppo pochi per poterlo affermare con certezza. Ma il fatto di essere ormai lontani dalle prime dosi può spiegare, anche se ancora con una valutazione grossolana, che una causa potrebbe essere anche quella. In ogni caso è opportuno accelerare il più possibile, soprattutto per le categorie a rischio e per gli anziani delle case di riposo».

Ultimo aggiornamento: 08:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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