Delitto di Pordenone, Ruotolo scrive:
«I Ragone mentono, ecco la verità»

Sabato 24 Ottobre 2015 di Susanna Salvador
Giosuè Ruotolo, Trifone Ragone e Teresa Costanza
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PORDENONE - Giosuè Ruotolo, unico indagato per l'omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza - i fidanzati uccisi a Pordenone - smentisce l'esistenza di un debito. E lo fa in una lettera alla trasmissione 'Quarto Grado'. "Non avevo debiti... Sono dispiaciuto per una mia presunta richiesta di 25 euro alla famiglia Ragone che mi sarebbero stati dovuti per il saldo di un pregresso debito del mio commilitone Trifone.

Preciso nel modo più assoluto di non aver mai compiuto una tale richiesta e ritengo offensivo attribuirmi un fatto di così basso valore morale".

A dirlo senza mezzi termini è appunto l'unico indagato per l’omicidio di Teresa e Trifone. E conclude: «Provo rispetto nei confronti della famiglia Ragone per l'immenso dolore che sta vivendo. Chiedo nel contempo che sia rispettato anche il dolore mio e dei miei familiari per il coinvolgimento in questa triste vicenda dalla quale mi sono da sempre ritenuto estraneo».

Resta da capire, intanto, cosa ha in mano la Procura di Pordenone sul presunto assassino. Secondo Quarto Grado ci sarebbe anche un rapporto da chiarire tra Ruotolo, del quale si passano al setaccio anche le foto nel telefonino, e una soldatessa che avrebbe suscitato la gelosia della fidanzata di Giosuè, la quale sarebbe stata anche gelosa dell’influenza che Trifone avrebbe avuto su di lui.

E cosa la procura non ha per trattenersi dal chiedere l’arresto del caporale Giusuè Ruotolo. Un quesito che si pongono in molti, mentre si avvicina il giorno "X", quello in cui inizieranno gli accertamenti del Ris sulle tracce biologiche ritrovate sulla cintura di sicurezza dell’Audi A3 dell’unico indagato, ma anche sulla pistola recuperata nel laghetto del parco di San Valentino. L’unica certezza, a oggi, è che il solo indagato per quel brutale omicidio davanti al palazzetto dello sport è Ruotolo. Su di lui si sono concentrate le attenzioni della Procura pordenonese alla fine dell’estate, quando dopo aver analizzato migliaia di fotogrammi dopo fotogrammi sono arrivati all’auto del caporale e a quel buco lungo più di sette minuti durante il quale l’auto è praticamente sparita. E da lì sono partiti gli accertamenti, le perquisizioni, la minuziosa analisi di tutte le tracce possibili da parte degli uomini del Ris.

Quelle tute bianche che sono entrate anche nella casa dove Giosuè viveva con i due coinquilini - per i quali la Procura intende chiedere l’archiviazione -, la stessa dove aveva vissuto anche Trifone prima di conoscere Teresa.

Ultimo aggiornamento: 25 Ottobre, 12:19

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