La coop Baobab alza bandiera bianca: «Basta profughi, da oggi solo sociale»

Giovedì 9 Gennaio 2020 di Valentina Silvestrini
La coop Baobab alza bandiera bianca: «Basta profughi, da oggi solo sociale»
Una struttura dedicata al sociale slegata dall'accoglienza di migranti richiedenti asilo per il centro di via Mason a San Quirino. Sarebbe questa una delle possibili alternative per l'immobile di proprietà della famiglia Arcicasa che da febbraio del 2016 ospita un Centro di accoglienza straordinaria per migranti gestito dalla cooperativa Baobab. A dicembre 2019 è scaduto il bando che regolava l'affidamento della gestione del Centro alla cooperativa Baobab in quanto la coop fa parte dell'Ati, associazione temporanea d'impresa con la Nuovi Vicini che aveva vinto il bando della Prefettura di Pordenone.
LA SVOLTA
Il nuovo bando è stato vinto dalla coop Sviluppo&Lavoro di Belluno, unica ad aver partecipato ma per soli cento posti a fronte dei 500 richiesti dalla Prefettura. Al momento sono 330 i migranti ospitanti nelle strutture di accoglienza straordinaria nel Friuli occidentale. Da ciò nasce l'inghippo per il quale, in attesa di capire cosa accadrà, anche Baobab e tutte le altre coop dell'Ati hanno avuto una proroga di due mesi. Sul futuro della casa di via Mason (dove sono ospitati 18 migranti, quasi tutti pakistani, oltre a un indiano e ad alcuni iracheni) vige un clima di assoluta incertezza. È invece totalmente certo che la coop Baobab è intenzionata a non partecipare più al progetto di accoglienza di migranti. «Noi proveniamo da tutt'altro settore, ci occupiamo di disagio giovanile familiare e continueremo solo su tale fronte. A San Quirino vorremmo portare avanti un altro progetto nel settore sociale. Quattro anni fa aderimmo per rispondere a un'emergenza del territorio provinciale che oggi non c'è», puntualizza e precisa Luca Modolo, presidente di Baobab.
NUOVO ORIZZONTI
La conversione della casa di via Mason in struttura per giovani o per famiglie è una delle opzioni ed è al centro di interlocuzioni tra cooperativa, Comune e Servizi sociali. I prossimi due mesi saranno cruciali per capire se il centro accoglienza di migranti rimarrà a San Quirino ma anche per il destino di questi stranieri che nel caso potrebbero essere trasferiti altrove o decidere di andarsene dall'Italia. «Termina così la nostra esperienza con l'immigrazione, in questi anni abbiamo visto un mondo nuovo e uno spaccato di diverse umanità che ci ha molto arricchito. Abbiamo imparato a lavorare sotto la pressione dell'opinione pubblica - conclude Modolo -. Proseguiremo con le nostre attività, gestiamo una struttura residenziale per maggiorenni a Porcia, ne stiamo per aprire un'altra a Pordenone dove aiutiamo ragazzi con problemi familiari in un percorso di autonomia. E in primavera partirà un altro progetto in zona Maniago con minori».
L'INCHIESTA
La casa di via Mason è stata al centro di alcune polemiche, l'ultima in ordine di tempo lo scorso agosto quando i Carabinieri, durante un blitz con un'unità cinofila, avevano recuperato 20 grammi di hascisc di cui un parte direttamente riconducibili a un 25enne pakistano. Tensioni e malumori verso il centro di accoglienza erano già emersi fin da subito, prima ancora dell'apertura del Centro dall'allora giunta comunale, guida dal sindaco Corrado Della Mattia, e poi in seguito in questi quattro anni per la presenza dei migranti in paese.
 
Ultimo aggiornamento: 11:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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