D'estate il silenzio cambia forma. È quello che resta quando i telefoni smettono di squillare, quando i parenti partono. Per molti anziani soli, è il tempo più lungo dell'anno.
I NUMERI
Sono oltre 800 le persone in lista d'attesa per una casa di riposo tra Pordenone, Sacile e San Vito al Tagliamento. A Pordenone, tra Casa Serena e la casa per anziani Umberto I, le domande superano le 380 unità. A San Vito si sfiora quota 300, mentre a Sacile sono circa 130. Una parte degli iscritti è già ospitata in altre strutture, ma attende un trasferimento: un dettaglio che mostra il disequilibrio tra preferenze territoriali e offerta effettiva. Le liste d'attesa sono uniche a livello regionale, ma le richieste si concentrano su strutture specifiche, generando code nella coda.
A marzo 2025, le persone in lista in tutta la regione erano poco meno di 2mila, con un'attesa media di 101 giorni nella provincia di Pordenone. Nel frattempo, le strutture restano sature: a Casa Serena, alla fine dello scorso anno, Federsanità contava 259 posti disponibili per 425 domande; all'Umberto I, 110 posti per 363 richieste.
LE DIFFICOLTÀ
Chi non ha figli o parenti stretti spesso fatica a interagire con il sistema: nessuno che chiami per chiedere aggiornamenti, nessuno che presenti documenti, nessuno che solleciti.
In assenza di un caregiver, i bisogni rischiano di restare sommersi. Fuori dalle strutture, le famiglie si arrangiano come possono. L'assistenza domiciliare pubblica è presente ma limitata, le cooperative fanno il possibile ma non sempre riescono a coprire il territorio in modo capillare. Cresce il ricorso a badanti, ma con costi che non tutti possono sostenere. Le rette mensili possono superare i 2mila euro, e non tutte le famiglie riescono a farvi fronte senza aiuti. L'ingresso in struttura avviene secondo punteggi che incrociano parametri sanitari, sociali ed economici, ma spesso non riflettono del tutto la reale urgenza di accoglienza.
A livello demografico, il territorio del pordenonese presenta una delle età medie più basse della regione, ma con un indice di vecchiaia in costante crescita. A fine 2024, secondo i dati Istat, il rapporto tra over 65 e under 14 nella provincia di Pordenone era pari a due anziani ogni bambino. Cresce anche la fascia degli ultra 85enni non autosufficienti, sempre più fragile e bisognosa di assistenza continuativa.
LE PROSPETTIVE
E la domanda di posti letto è destinata a crescere nei prossimi anni. Le risorse, invece, non tengono il passo. A mancare non sono solo i posti letto, ma anche il personale.
Senza Oss (operatori socio-sanitari) e infermieri, molte strutture non possono ampliare l'accoglienza, anche volendo. Nei mesi estivi, la situazione si complica ulteriormente: con il personale in ferie, i turni si accorciano e i margini di flessibilità si riducono. I disagi sono ancora più evidenti per chi risiede nei comuni minori, dove le strutture sono poche o del tutto assenti.
Il quadro delineato dalla Regione a inizio aprile 2025 è chiaro: servirebbero almeno 22 nuove case di riposo da 120 posti ciascuna entro il 2035 per rispondere ai bisogni delle famiglie, per un investimento complessivo stimato in 440 milioni di euro. Ma i tempi per progettare, finanziare e costruire rischiano di non tenere il passo con le necessità. Secondo Federsanità, si tratta già oggi di una corsa contro il tempo.
Si discute da tempo di possibili soluzioni alternative: alloggi protetti, co-housing per anziani, piccoli nuclei residenziali. Ma si tratta di esperienze ancora rare e spesso sperimentali.
Per chi aspetta un posto, ogni settimana pesa. E in una estate lunga e silenziosa, i numeri delle liste crescono più in fretta delle risposte.