La rabbia dei gestori delle piscine: «Solo noi restiamo chiusi»

Mercoledì 19 Maggio 2021 di Iris Rocca
Daniela Bardelle di PadovaNuoto

PADOVA - «Non riusciamo a darci una spiegazione logica. Sembrerebbe che, dalle considerazioni del Comitato tecnico scientifico, siamo noi, ovvero le nostre piscine, il vero focolaio della pandemia. Da qui l'esigenza di farci aprire per ultimi, di farci ritardare più di tutti gli altri». Non se ne fa una ragione David Barbiero, dirigente del centro sportivo Plebiscito di Padova, all'indomani della decisione del governo: piscine coperte chiuse fino al primo luglio. «Non capiamo su quali basi siamo gli unici a restare fermi, quando i nostri utenti si trovano a fare attività immersi nell'acqua disinfettata dal cloro.

Come categoria siamo tutti attoniti e io resto comunque tra quelli fortunati, che riescono a salvarsi con le attività delle piscine scoperte, ma il 70% delle gestioni in Veneto hanno solo la parte interna».


LE POSIZIONI
Il sentiment di Barbiero è stato espresso anche dai tanti nuotatori azzurri che stanno gareggiando agli Europei di Budapest in questi giorni. A fare da capofila Gregorio Paltrinieri con l'hashtag #salviamolepiscine, fino a Federica Pellegrini già immortalata con la stessa scritta sulla mascherina in gara. La Fin Veneto, alla quale aderiscono anche molte realtà padovane, ieri ha preso posizione con una lettera al governatore Zaia: «Si continua a fermare un settore dal quale nascono i campioni di domani. La scuola nuoto dei bambini non si può attivare allo scoperto, men che meno in mesi meteorologicamente instabili come questo. Possiamo comprendere forse il divieto di doccia e asciugacapelli negli spogliatoi, per quanto chi ci frequentava in pausa pranzo ora abbia smesso perché non può rientrare a lavoro con i capelli bagnati. E, come ovvio, nei giorni in cui piove non si può più fare quasi nulla e restiamo in molti a braccia incrociate». Un documento per rimarcare la sicurezza degli impianti durante il periodo di apertura dello scorso anno, nel quale le società sportive avevano adottato i più rigidi protocolli e garantito la salute di tutti i cittadini di ogni fascia d'età, inclusi i soggetti fragili. Una missiva condivisa anche da Daniela Bardelle, presidente di PadovaNuoto: «Avere buoni spazi all'aperto è una vera fortuna in questo momento. Molte attività riusciremo a salvarle, ma il nostro vero punto di forza sono sempre stati i corsi accelerati estivi, per i quali chiudere la vasca interna diventa un danno, sia perché gli spazi esterni sono ridotti ad una vasca da 50 metri con visitatori occasionali e bambini, sia perché a distinguere le nostre giornate sarà per lo più il fattore meteo. Cercheremo di riorganizzare le nostre attività, per le quali contiamo, per forza di cose, sulla pazienza e la comprensione della nostra utenza».


I CORSI
«Ci gratifica - continua - il fatto che le richieste di corsi accelerati non siano mai diminuite, sia perché il nuoto è una disciplina che fa bene fisicamente ad ogni età, sia perché in questo momento dell'anno soprattutto si rende propedeutico all'approccio estivo al mare, rendendolo più sereno e consapevole. I centri estivi per i più piccoli nei prossimi mesi partiranno, ma saranno anch'essi vincolati al meteo e, nelle giornate di maltempo, non si potrà andare in piscina. Speriamo almeno che a giugno splenda di più il sole rispetto a queste giornate di maggio. Per il resto continuiamo ad organizzarci al meglio, ad esempio abbiamo preparato la vaschetta lava-piedi esterna, visto che non si potrà fare la doccia in spogliatoio. Siamo in assoluto la categoria più penalizzata, senza motivazioni di sorta. Restiamo solo noi, tutto è stato aperto. E ci chiediamo se sia colpa di noi gestori, che siamo realtà piccole che faticano a far valere le proprie ragioni, o forse delle federazioni che non sono riuscite ad essere così determinanti da ottenere l'ascolto riservato ad altri sport maggiormente riconosciuti».

Ultimo aggiornamento: 20 Maggio, 09:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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