PADOVA - Due dottoresse della clinica Odontoiatrica dell'Azienda ospedaliera, sono state iscritte nel registro degli indagati con l'accusa di omicidio colposo.
LA TRAGEDIA
Nato a Padova, ma residente in provincia di Vicenza, il ragazzo era tetraplegico e da tempo era in carico al servizio dentistico pubblico di via Giustiniani. Il tredicenne era dunque conosciuto dall'equipe di dentisti, e sapendo bene il grado di rischio di un'operazione odontoiatrica su un paziente così delicato, aveva messo in essere tutte le precauzioni. Proprio la sua condizione patologica aveva richiesto una particolare attenzione. L'intervento, mercoledì mattina 27 marzo 2019, stava procedendo per il meglio, ma la situazione è precipitata nel giro di pochissimo: stante l'emergenza, era già pronta una squadra per operarlo, ma non c'è stato il tempo materiale per intervenire. Medici e infermieri hanno provato a rianimare il ragazzo colpito da un blocco respiratorio, ma senza successo.
LE INDAGINI
Il 28 marzo 2019, il giorno dopo il decesso del tredicenne, l'Azienda ospedaliera avrebbe voluto effettuare il riscontro diagnostico sul corpo del ragazzino, un esame del tutto identico a una autopsia e con un fine meramente scientifico, ma la famiglia del tredicenne ha preferito bloccare tutto. Mamma e papà si sono rivolti a un legale e hanno presentato un esposto in Procura, fermando la volontà dell'Ospedale. Gli inquirenti hanno acquisito tutte le cartelle cliniche relative allo stato di salute del giovane paziente. Il primo referto medico parlava di un arresto cardiorespiratorio, un dato che anche la Procura ha ritenuto insufficiente per giustificare il decesso di un ragazzino di tredici anni se pur affetto da una grave patologia. I genitori pur conoscendo la malattia del figlio, mai si sarebbero aspettati la sua morte dal dentista, considerato che lo stesso intervento effettuato solo un mese prima era andato bene e senza conseguenze per il giovane paziente. Gli inquirenti hanno esaminato tutta una serie di tabulati telefonici: si tratta delle chiamate interne al reparto effettuate dai medici quando il ragazzino ha iniziato a sentirsi male.