PIOVE DI SACCO - Essere seduto a fianco del migliore amico, svegliarsi all’improvviso e trovarsi in un incubo senza fine. É lo stato d’animo di Andrea Carrai, in auto con Andrea Bellingardo sabato mattina quando a Pag, in Croazia, il gruppo di ragazzi ha avuto un incidente al rientro delle vacanze, nel quale il diciannovenne di Piove di Sacco ha perso la vita.
«Dopo l’ultimo giorno di vacanza in Croazia siamo saliti in quattro sulla Renault Clio di Andrea - racconta Carrai - Mi sono seduto al suo fianco come facevo sempre. Poi mi sono addormentato. Penso che anche gli altri due amici seduti dietro stessero riposando. Ho aperto gli occhi quando ho sentito un botto tremendo e ho capito che il mio migliore amico era morto».
L’ACCADUTO
Cosa sia accaduto nel viaggio di ritorno verso l’Italia, Andrea Carrai ancora oggi, a distanza di giorni, non è in grado di spiegarlo. «Non so se è rimasto vittima di un colpo di sonno o di un malore. Sicuramente non stava andando forte. In auto era meticoloso, attento, non rischiava mai».
La morte di Andrea Bellingardo è un macigno nella psiche di Andrea Carrai. «Tra di noi si è creata fin da subito una bellissima amicizia. Avevamo un sogno, quello di comprarci una Bmw. Le auto erano il nostro pallino. Abbiamo frequentato insieme la palestra, ci piaceva fare baldoria insieme, ma non abbiamo mai esagerato. Era la nostra prima vacanza all’estero, per due estati consecutive siamo stati insieme a Jesolo».
Andrea Carrai è un miracolato alla luce di quanto è accaduto al suo amico. «Prima di partire ci siamo mangiati un pacchetto di patatine insieme - ricorda ancora - Gli ripetevo che ero orgoglioso di avere un amico come lui». Il percorso psicologico che dovrà affrontare ora il diciannovenne è importante e impegnativo. «Non so cosa mi riserverà il futuro, attendo la data del funerale di Andrea poi dovrò riorganizzare la vita. Su una cosa non ho dubbi: lui rimarrà sempre la mia guida».
IL TRAUMA
A fianco di Andrea c’è la mamma, Chiara Ometto, che da domenica sera quando ha riabbracciato il figlio, non l’ha mai lasciato solo un secondo. «Andrea è seguito dai medici, il trauma psicologico che ha patito dovrà essere superato con la massima calma. Ribadisco un concetto che ho già espresso: quando mio figlio mi diceva che usciva con Bellingardo io ero tranquilla. Ha frequentato per tanto tempo la nostra casa. Era un ragazzo di cui fidarsi, esuberante, ma attento. Ricco di inventiva, ma di sani principi. La sua morte ci ha distrutto».
Buone notizie, intanto, sul fronte dei feriti coinvolti nello schianto di sabato in Croazia. Una delle ragazze della compagnia di otto persone che si trovava in auto, dall’isola di Pag dove si trovava ricoverata è stata trasferita ieri sera nel reparto di Ortopedia di Piove di Sacco dove proseguirà la convalescenza.